No ai negozi sempre aperti. La Filcams continua a sostenere la propria contrarietà alle liberalizzazioni degli orari commerciali: in Toscana già indetto uno sciopero, per contrastare la decisione di restare aperti a Natale, Santo Stefano e Capodanno, ricorrendo anche a personale pagato con i voucher. Guarda l'immagine Sempre aperti. Molti centri commerciali e punti vendita della grande distribuzione organizzata non intendono rispondere all’appello di tanti enti locali a tenere chiusi i propri punti vendita almeno nelle giornate di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Contro questa decisione molte sono le iniziative di protesta, a partire dallo sciopero proclamato dalle segreterie regionali della toscana di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Ad inasprire i rapporti tra sindacati e aziende c’è inoltre la decisone di ricorrere a personale pagato con voucher per garantire la spesa festiva, ignorando totalmente l'invito al rispetto del significato e del valore sociale di queste importanti festività. “Come Filcams – afferma la segretaria generale nazionale Maria Grazia Gabrielli - continuiamo a sostenere la nostra contrarietà alle liberalizzazioni degli orari commerciali, e da molto tempo promuoviamo un'idea di programmazione che possa soddisfare le diverse esigenze, in una dimensione più umana e meno frenetica, rispettando le necessità delle aziende, dei consumatori, senza però danneggiare le tutele e i diritti dei lavoratori”. In quest’ottica, l’invito al Governo è di arrivare quanto prima a sostituire il decreto “Salva Italia” del Governo Monti sulle Liberalizzazioni con una nuova regolamentazione per il settore commerciale. “La totale liberalizzazione delle aperture domenicali e festive nel commercio introdotte dal Governo Monti – prosegue Gabrielli – non ha prodotto, come ipotizzato, risultati positivi né in termini di occupazione né di consumi, ma ha contribuito a complicare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro degli addetti del settore. Eliminare gli ostacoli all’esercizio delle attività economiche e il principio di libera concorrenza tra gli operatori erano i principi ispiratori del Decreto, ma non sono stati realizzati". Il disegno di legge sulla limitazione delle aperture festive, approvato alla Camera a settembre del 2015, giace abbandonato in Senato. La proposta (parziale e - per la Filcams - insufficiente) prevede la possibilità di aprire le attività commerciali per un massimo di sei festività l'anno, nessun limite per le aperture domenicali, così come per le aperture 24 ore su 24. Restano così in vigore le liberalizzazioni decretate dal governo Monti. Situazione particolare a Venezia, dove tutti i grandi marchi hanno deciso di tenere chiuso, con l’eccezione di Carrefour che a sorpresa ha informato la clientela di voler rispettare solo la chiusura per Natale, garantendo la spesa di Santo Stefano e Capodanno. Un caso davvero singolare, se si considera che il Centro Commerciale Valecenter, che ospita Carrefour, in quelle due giornate rimarrà chiuso. Allo sciopero della Toscana, è certo, si affiancheranno iniziative di mobilitazione e protesta di molti altri territori, con picchetti e presidi all’esterno di molti centri commerciali “per chiedere il riconoscimento del valore delle festività, per la tradizione del nostro paese, per il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori – conclude la Segretaria Generale – ma anche perché è ormai tempo di ammettere che il sempre aperto è una “tendenza” imposta , che non ha rappresentato una vera strategia per rilanciare consumi e occupazione, capace di arginare la crisi della grande distribuzione, chiusure di negozi, licenziamenti e attacco a salario e diritti".