Circa ventimila le presenze al centro commerciale Direzione soddisfatta, sindacati scettici sui guadagni

FORLÌ. Un migliaio di persone in coda, armate di carrello, hanno atteso ieri mattina l`apertura del centro commerciale "Punta di Ferro". Tra loro acquirenti dell`ultima ora, a caccia ingredienti per il pranzo, ma soprattutto famiglie che hanno fatto registrare, solo nella prima ora di apertura, 3mila ingressi. A fine giornata sono state 20mila le presenze. La direzione. Un`affluenza superiore alle aspettative non solo dei commercianti ma degli stessi vertici della struttura. «Ci aspettavamo più gente nel pomeriggio e non così tanti clienti in fila già dalla mattina - dice Tiziano Bambi, direttore del centro commerciale -. Quello del 26 è un appuntamento importante e gradito dagli avventori, un`opportunità che ora possiamo sfruttare tutti mentre prima era riservata solo a qualche realtà». Numerosi anche i forlivesi che hanno sfruttato l`apertura straordinaria per fare le spesa. A mezzogiorno i clienti entrati nell`ipermercato Leclerc-Conad sono stati oltre 2.200 (a fine giornata 8mila). Dodici le casse in funzione alle 11 che, non riuscendo ad azzerare le fila di clienti, sono state affiancate da altri due punti di pagamento. Clienti. C`è chi è entrato solo per acquistare qualche prodotto all`ultimo minuto, uscendo solo con due pacchetti di uova sotto braccio, ma anche chi ha riempito il carrello con panettoni e sporte di prodotti. Persone in fila anche nei negozi di telefonia oppure in quelli di videogiochi per acquistare, magari, videogame per console ricevute solo il giorno prima. A fare il pieno sono stati anche bar e ristoranti pienamente occupati all`ora di pranzo, meno ressa nei negozi di abbigliamento . Qualcuno ha poi colto l`occasione per rinfrescare il taglio e sfoggiare una capigliatura perfetta andando dal parrucchiere. Un successo certo in termini di afflusso che però potrebbe non rivelarsi tale dal punto di vista economico.
Conti alla mano, si dovrà valutare se le entrate sono state superiori ai costi. Sindacati. Tutte le sigle
sindacali, che si sono battute contro l`apertura di ieri, sostengono infatti che il guadagno sia
tutt`altro che scontato. «Non credo ci siano acquisti tali da portare il bilancio della giornata in positivo
- spiega Lia Erani, delegato sindacale Filcams - se si farà la patta sarà già buono». «Nelle altre città - aggiunge Davide Guarini della Cisl quest`anno i centri commerciali sono rimasti chiusi sia a Natale che a Santo Stefano, qui c`è stata un`inversione di tendenza. Oggi c`è ottimismo ma non essendoci uno storico non si sa, alla fine dei conti, se gli introiti saranno davvero maggiori delle spese». «Non sono le aperture la soluzione ai problemi del commercio - afferma Maurizio Casadei della Uil - perché quando le persone non hanno soldi non ne hanno nemmeno da spendere. Credo sia stata presa una decisione affrettata sulla quale auspico che ci si ripensi». «Oggi - chiarisce Maria Giorgini, segretaria generale della Filcams Cgil abbiamo deciso di non fare nessun presidio, in accordo con i lavoratori, affinché la giornata di oggi non sia solo un atto di protesta ma anche di riposo. Abbiamo però diverse iniziative in programma a gennaio». La questione, dunque, è tutt`altro che risolta. «C`è stata molta agitazione tra i lavoratori non nasconde Bambi - ci sono ragioni legittime ma ritengo che la soluzione non sia vietare le chiusure. Se ci sono problemi organizzativi vanno affrontati in tal senso».