Ancora, 3 gennaio 2012 - ANCONA ci sta. Il capoluogo è pronto per la rivoluzione nel settore del commercio. Nuovi orari e aperture domenicali libere. Su questo versante la mentalità dell’assessore comunale al Commercio Adriana Celestini è molto aperta. Guarda avanti, «proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno» e a valutare le liberalizzazioni «come un’opportunità in questo momento di crisi».
Da sempre il discorso delle deroghe domenicali vede contrapposta la grande distribuzione ai centri commerciali naturali. I primi hanno ciurme di dipendenti pronti a fare turni e ad alternarsi le domeniche, mentre i negozi che si trovano al centro della città spesso si basano su una conduzione prettamente familiare dell’attività. «Questi problemi rimangono e rimarranno», dice l’assessore.

«C’è però anche da dire — prosegue — che potrebbero in qualche modo riformulare il loro orario di lavoro in base alla clientela, secondo le loro esigenze, tagliare gli orari per ottenere un maggiore flusso di persone. Personalmente, e chiaramente in base alle mie esigenze, sono stata sempre dell’idea che i negozi potrebbero aprire più tardi la mattina per tenere aperti all’ora di pranzo. In questo modo darebbero a molti l’opportunità di fare acquisti quando si mangia furtivamente un panino».

Il provvedimento deve ora essere adottato dalla Regione che «difficilmente potrà respingere un provvedimento nazionale», sottolinea l’assessore. «Piuttosto dobbiamo non farci trovare impreparati, capire come gestire il momento visto che la liberalizzazione delle deroghe domenicali sarà praticamente immediata. Dal recepimento — afferma — trascorreranno solo 45 giorni prima di diventare attuativa».

La normativa nazionale voluta dal governo Monti si sviluppa su due fronti: il primo è quello della liberalizzazione degli orari. Non ci saranno più le solite fasce di apertura e chiusura dei negozi, ma ogni attività potrà scegliere come gestire le ore di lavoro comprendendo, ovviamente, anche il notturno. L’altra parte della normativa prevede invece che non vengano più stabilite le domeniche di aperture spesso legate allo svolgimento delle festività. Ogni negozio potrà decidere del suo calendario.

«IN QUESTA FASE — conclude l’assessore Celestini — c’è bisogno di confronto. Si dovranno riunire i tavoli tecnici per stabilire come attuare il provvedimento, più che altro come le varie città della regione dovranno ’registrarsi’ a questi nuovi parametri». Dopodiché il provvedimento diventerà definitivo e, battaglie a parte, non ci saranno dietro front. «Debbo ripetermi: in questa circostanza è meglio pensare a questa liberalizzazione come ad una opportunità, non serve inasprire il confronto. Bisogna piuttosto favorire il dialogo e cercare di evitare di penalizzare il meno possibile le attività più ‘indifese’». Il futuro del commercio è ormai iniziato.