23 aprile 2012


Commercio Aperture il 25 aprile e il Primo maggio
La Filcams Cgil: salviamo il valore delle feste


“Le aperture commerciali nelle giornate del 25 aprile e Primo Maggio, rischiano di cancellare il valore storico e sociale delle due principali festività nazionali legate alla storia d’Italia” afferma la Filcams Cgil Nazionale “Due giorni di grande valore culturale e sociale, simboli importanti per la collettività”.
Dopo Pasqua e Pasquetta, anche 25 aprile e Primo Maggio, diventano giornate dedicate agli acquisti e al consumo e non più alla cultura, alla socialità e alla famiglia; molti negozi della grande distribuzione resteranno aperti, nonostante la contrarietà di alcune amministrazioni locali (es. Milano) e le proteste dei sindacati del commercio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.

“Non ci sono ragioni economiche così forti e dominanti per sacrificare la Festa della Liberazione e la Festa del Lavoro” prosegue la Filcams Cgil Nazionale riteniamo sbagliato e dannoso, come avvenuto già per le giornate di Pasqua e lunedì dell’Angelo, il ricorso alle aperture festive perché si mercifica e si svuota il senso di queste giornate affermando un falso principio: che nulla ha più valore davanti alle ragioni economiche e che la società è libera se è libera di consumare in ogni luogo, in ogni ora e giorno della settimana.”

Secondo Franco Martini segretario generale Filcams Cgil Nazionale nella manovra Salva Italia che ha liberalizzato gli orari e le aperture nel commercio, manca un vero e proprio obiettivo: “dobbiamo rimettere in discussione il concetto di ‘servizio pubblico essenziale’ che è stato impropriamente attribuito al commercio e avviare una riflessione per decidere dove vogliamo portare il settore, come vogliamo riorganizzare la società, ripensando, se necessario, i modelli di riferimento.”
“Non possiamo, però” conclude Martini “farci trascinare dai mercati e dalla crisi”.

È per questo che molte lavoratrici e lavoratori del commercio incroceranno le braccia nei giorni del 25 aprile e del primo maggio, per protestare contro la totale liberalizzazione degli orari e delle aperture commerciali.