15 dicembre 2011

Filcams Cgil: il bluf delle liberalizzazioni, pagano sempre i più deboli


“Del capitolo liberalizzazioni, sembra che alla fine sopravviva l’unica che nulla ha a che fare con il risanamento dei conti pubblici. Le lobbie corporative dei farmacisti, taxisti, distributori di carburante e quasi sicuramente degli ordini professionali hanno costretto il governo Monti ad una clamorosa retromarcia, per cui, di queste liberalizzazioni se ne riparlerà in data da destinarsi.” è il commento di Franco Martini segretario generale della Filcams Cgil – commercio, turismo e servizi.

Solo la liberalizzazione degli orari commerciali e delle nuove aperture di strutture distributive sembra, al momento, essere sopravvissuta alla reazione furiosa delle corporazioni. Questa conclusione è assai grave e aggiunge una nuova ombra sulla presunta equità della manovra Monti.

“La liberalizzazione degli orari commerciali non c’entra nulla con la crisi dei consumi” prosegue Martini “che individua la sua causa principale nella caduta vertiginosa del reddito delle famiglie italiane. Una manovra che colpirà severamente i redditi da pensione e da lavoro non farà altro che rendere inutile la prospettiva delle aperture totali dei negozi, poiché si tradurrà in una misura destituita di qualunque effetto concreto sull’andamento dei consumi.”

“L’unico risultato certo di tale misura sarà il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti del settore distributivo. Non crescerà l’occupazione, ma aumenterà il ricorso alle forme più precarie di lavoro. Sarà impossibile la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, soprattutto per le donne, la stragrande maggioranza degli addetti al settore. Verrà assestato un nuovo colpo alla piccola e media distribuzione, con la perdita di numerosi posti di lavoro stabili. E crescerà il disagio per i consumatori non in grado di frequentare i grandi centri commerciali, come, innanzitutto, la popolazione anziana del nostro Paese.”

Questa è l’unica delle liberalizzazioni da mettere in discussione. Ma ancora una volta non è al lavoro e alle donne che questa manovra guarda col nuovo interesse di cui vi sarebbe bisogno.

La Filcams-Cgil continuerà ad opporsi a questa idea sbagliata e dannosa di liberalizzazione del settore distributivo.