A pochi giorni dalla festività del 25 Aprile e del 1 Maggio, sono tanti i territori dove le organizzazioni sindacali locali hanno proclamato lo sciopero per contrastare la totale liberalizzazione delle aperture nel commercio. La Festa Non Si vende. In Toscana, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs regionali hanno proclamato lo sciopero e l’astensione dal lavoro per l’intera giornata del 25 aprile e 1°maggio, ricordando che alcune sentenze della cassazione hanno sancito che il lavoratore può astenersi dal lavoro nelle festività. “A pochi giorni dal 25 Aprile e 1° Maggio abbiamo notizia di molti esercizi commerciali, grandi, medi e piccoli aperti in queste date” scrivono in una nota i sindacati di categoria di Milano. “Ribadiamo che contrattualmente non esiste l’obbligatorietà lavorativa per le festività del 25 Aprile e 1° Maggio e invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori del commercio ad astenersi dal prestare la propria attività in queste giornate.” In Puglia, la Filcams ha chiesto l’intervento della Regione, per convocare un tavolo tra le parti e definire delle regole nel rispetto dei tempi di vita e lavoro. Risposta immediata del presidente Michele Emiliano, che nell’assumersi l’impegno dell’organizzazione di un incontro, ha invitato tutti gli esercenti a chiudere nei giorni del 25 Aprile e 1 Maggio nel rispetto del valore delle giornate. Sarà sciopero anche in Umbria, dove la Filcams ha organizzato un’iniziativa culturale e musicale in occasione della Festa del 25 Aprile. Proclamato lo sciopero anche in altre città: Padova, Forlì. Emilia Romagna, Lazio e Piemonte invitando ad astenersi dal lavoro, ricordando “che la disponibilità al lavoro festivo è una scelta libera e autonoma di lavoratrici e lavoratori” e che la Festa Non Si Vende.