Accogliamo con favore che il Parlamento torni ad occuparsi nuovamente del tema delle aperture festive e domenicali nel commercio. La Filcams Cgil ha già avuto modo di precisare la propria posizione anche rispetto al disegno di legge presentato durante la scorsa legislatura, i cui contenuti continuano a non convincerci. Come abbiamo già avuto modo di chiarire, in questa proposta, le aperture festive sarebbero comunque consentite e non sarebbe prevista alcuna limitazione circa le aperture domenicali. Secondo quanto definito dallo stesso disegno di legge, i comuni, consultate le associazioni di rappresentanza dei lavoratori, delle imprese e dei consumatori, potrebbero definire regole diverse, in realtà senza alcun vincolo per le imprese. In questo modo, a problematica irrisolta, si aggraverebbe l’attività dei comuni di ulteriori impegni, con il rischio, in aggiunta, di agevolare concorrenza sleale tra aziende che responsabilmente rispetterebbero tali indicazioni e altre che invece le ignorerebbero. Le diverse posizioni comparse in questi giorni sulla stampa sono rivolte a commentare una nuova proposta di legge sulla regolamentazione delle aperture commerciali che sarebbe in via di definizione. Partendo anche dalla valutazione  degli effetti  non positivi generati dalle liberalizzazioni in questi anni, le previsioni della proposta, pur non ancora chiare nel dettaglio, parrebbero affrontare la questione con maggiore attenzione. La Filcams Cgil, per parte sua, ha più volte avanzato proposte di modifica al decreto Salva Italia, coinvolgendo le istituzioni e promuovendo iniziative, mobilitazioni e campagne di comunicazione in occasione delle festività, con l’obiettivo di porre un limite alle aperture incontrollate che in questi anni hanno stravolto il settore e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del commercio. Si deve escludere la possibilità di aprire in occasione delle festività nazionali, restituendo a questi giorni il valore civile e religioso che è patrimonio della nostra storia e della nostra cultura. Partendo da una cornice nazionale, è alle istituzioni locali che deve essere nuovamente riconosciuta la facoltà di definire la regolamentazione delle aperture: il livello territoriale infatti saprebbe dare risposte coerenti alle necessità dei lavoratori, dei consumatori e delle imprese, rispettando cultura, abitudini, ritmi e vocazione dei tanti comuni italiani, decidendo quali e quante domeniche è possibile aprire, e con quali limiti orari. Ed è attraverso la contrattazione che deve essere regolamentata l’organizzazione del lavoro domenicale, per evitare che continuino ad esserci lavoratori costretti a turni e carichi di lavoro inconciliabili con la vita privata e facendo in modo che siano loro riconosciute retribuzioni adeguate, a compensazione del disagio. La Filcams ritiene necessario riconsegnare alle istituzioni locali anche la prerogativa di determinare quali e quanti nuovi insediamenti commerciali è possibile avviare: questi anni di liberalizzazioni indiscriminate hanno inevitabilmente contribuito ad aumentare i metri quadri di area vendita in tutte le province d’Italia, generando una concorrenza selvaggia i cui costi si stanno scaricando sull’occupazione e sulle condizioni di lavoro, incentivando ulteriori processi di consumo del territorio. Su queste posizioni è nostra intenzione confrontarci con il Governo e sono queste le motivazioni per le quali nei giorni scorsi abbiamo provveduto a formalizzare unitariamente una richiesta di incontro al Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico.