29 novembre 2011


Marche: i sindacati contro la liberalizzazione selvaggia delle aperture domenicali e festive

La Regione Marche dando attuazione all’art. 35 della Legge 15/7/2011 n. 111, emanata dal Governo uscente, in tema di aperture domenicali e festive nel settore del Commercio, sta per estendere la deroga alle aperture, a tutti i Comuni della Regione e per tutte le domeniche e festività dell’anno 2012.

Le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil della Regione Marche hanno espresso la loro contrarietà a tale scelta: “La nostra posizione” affermano i sindacati di categoria “non è stata mai di contrarietà assoluta al lavoro domenicale; siamo sempre stati favorevoli ad una regolamentazione delle aperture che consentisse, attraverso l’esercizio della concertazione, la programmazione puntuale di un congruo numero di deroghe all’obbligo di chiusura domenicale e festiva.”

Il tema delle deroghe alla chiusura domenicale è stato affrontato in vari modi dalle singole Amministrazioni comunali della Regione Marche, le quali hanno contribuito a destabilizzare la legge regionale vigente, ma soprattutto hanno creato situazioni ingovernabili sul fronte della concorrenza tra piccola e grande distribuzione, arrecando un evidente danno al sistema delle imprese commerciali minori e peggiorando le condizioni di vita e di lavoro delle persone impiegate nel settore.

Secondo le organizzazioni sindacali è assente “un’analisi del settore che evidenzi le reali difficoltà e necessità del nostro commercio in modo da individuare le necessarie azioni da intraprendere per rafforzarlo e per fronteggiare gli inevitabili impatti di questa crisi economico-finanziaria che attanaglia non solo la nostra Regione, ma l’intero paese.
Anche nella definizione degli orari va tenuto ben presente l’obiettivo che insieme ci siamo dati in sede di concertazione e che consiste nell’adozione di norme che favoriscano uno sviluppo equilibrato del territorio, degli insediamenti commerciali, tenendo conto degli impatti urbanistici ed ambientali ma anche e soprattutto delle esigenze dei cittadini/lavoratori.”

La liberalizzazione delle aperture domenicali e festive creerebbe una distorsione nel sistema commerciale, penalizzerebbe i centri storici della città alterando quell’indispensabile equilibrio tra grande, media e piccola distribuzione, con inevitabili conseguenze anche sul piano occupazionale.

“A tal proposito” concludono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil “riteniamo che, per attenuare l’impatto della portata di una decisione così criticabile occorre dare carattere sperimentale al provvedimento limitandolo al solo 2012. Riteniamo infine indispensabile realizzare un’ intesa vincolante sottoscritta da tutti i soggetti interessati (Regione, Anci, Associazioni datoriali, sindacali e dei consumatori) in cui si preveda un numero ridotto di aperture domenicali e festive rispetto alla totalità ad oggi prevista per i comuni turistici e città d’arte; la concertazione territoriale; la salvaguardia dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori; e l’impegno ad un monitoraggio puntuale degli effetti della sperimentazione sui fatturati delle imprese del commercio e del turismo e sulla occupazione.”