Anche il giorno di Natale rischia di finire stritolato dalla logica del consumo a tutti i costi. È questo il pericolo che nasconde (ma neanche tanto) la sentenza della Corte Costituzionale, che a dichiarato la piena legittimità dell`articolo 31 della legge "Salva Italia" sulle aperture domenicali e festive dei negozi, respingendo il ricorso di alcune Regioni. Di fatto, la Consulta ha ribadito la possibilità, per chi lo vorrà, di alzare la saracinesca anche il giorno di Natale. Una "opportunità" che, infatti, alcuni centri commerciali hanno già colto. Sarà un 25 dicembre di lavoro, per esempio, nei supermercati della catena Billa (soprattutto a Milano e in altre città capoluogo) e in alcuni punti vendita Carrefour nell`hinterland milanese. Altri, invece, hanno scelto di lasciare liberi i propri dipendenti di festeggiare in famiglia. Saranno chiusi, sia a Natale che a Santo Stefano, i negozi a marchio Esselunga e quelli del gruppo comasco Bennet. Tutto chiuso anche all`O- riocenter di Bergamo e all`OutletVillage di Serravalle (Alessandria). La sentenza della Corte Costituzionale ha riacceso il dibattito sul lavoro domenicale e festivo, con commenti in prevalenza negativi, ad eccezione della Federdistribuzione, che ha espresso «soddisfazione». Improntate allo «sconcerto e preoccupazione» sono state le reazioni della Filcams-Cgil, mentre il deputato Udc Antonio De Poli è preoccupato che gli effetti della sentenza possano «danneggiare i piccoli esercizi a vantaggio della grande distribuzione», sottolineando la necessità di «porre un freno al mercato e alla concorrenza». Timori per il futuro dei piccoli negozi di vicinato sono espressi anche dalla Confcommercio, che prevede conseguenze negative «sia sul piano della vita delle città che su quello della sicurezza dei cittadini». Contrario alla completa deregolamentazione dell`apertura festiva è anche l`assessore al Commercio del Comune di Milano, Franco D`Alfonso, che rilancia il "Patto Ambrosiano" con l`obiettivo di «far convergere le posizioni di lavoratori, consumato- ri e operatori della piccola, media e grande distribuzione». Alla nuova giunta regionale della Lombardia, aggiunge l`assessore, «Milano si farà latore di una proposta organica che riveda interamente la questione, poiché con questa liberalizzazione non si è verificato nessun aumento dell`occupazione né dei consumi». A difesa del diritto al riposo festivo è intervenuto anche il patriarca diVenezia, Francesco Moraglia. «Io difendo l`idea che, anche dal punto di vista pubblico, ci deve essere un messaggio chiaro: l`uomo è più di quello che fa, anche onestamente con il suo lavoro», ha detto il presule. Secondo il Patriarca ci deve essere un momento in cui la comunità, secondo le scelte ideali delle sue componenti, «ferma la macchina produttiva». «Quello di saperla fermare - ha aggiunto - è un modo di dominarla. Credo di poter dire che una finanza che pensava di arricchirsi in modo infinito ci sta portando alla povertà». «E - ha concluso - quando elementi umani buoni come il diritto, la finanza, la politica perdono di vista il fatto di non essere degli assoluti, e si pensano tali, finiscono per implodere».