MILANO - Il primo tentativo di tenere aperto un centro commerciale in Italia fino alla mezzanotte rischia di trasformarsi in una falsa partenza. L`Orio Center, megastore di 200 negozi affacciati davanti all`aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) ha annunciato - primo caso in Italia - il prolungamento del suo orario di due ore a partire dal 5 gennaio mai sindacati confederali del commercio hanno annunciato proprio per quella sera due ore di sciopero dalle 22 alle 24. «In tempi di crisi non serve a niente: soldi da spendere le famiglie non ne hanno e si creano solo disagi ai lavoratori» così hanno sentenziato i rappresentanti della categoria. In realtà il caso di Bergamo è il termometro di una febbre molto più diffusa, di un contagio che rischia di estendersi a tutta l`Italia. Sia a Milano che a Roma la Confcommercio è dichiaratamente scettica sull`utilità della liberalizzazione ma il segnale più forte
arriva dalla Toscana dove il presidente della giunta regionale Enrico Rossi annuncia addirittura un ricorso alla Corte Costituzionale contro il provvedimento. Orio al Serio resta - salvo smentite -- il primo comune d`Italia ad avventurarsi nel territorio inesplorato del commercio esteso fino alle ore piccole. La richiesta del centro commerciale era già giunta qualche giorno prima di Natale (dunque prima del decreto del governo) sul tavolo di Battista Pievani, sindaco del piccolo centro bergamasco: «Ho detto sì all`apertura fino a mezzanotte - spiega - perché credo che in un periodo di crisi tutte le strade vadano tentate .per muovere l`economia. Non saprei dire se il criterio in sé e per sé sarà efficace: credo che la situazione di Orio sia fortemente favorita dalla presenza dell`aeroporto che garantisce un costante afflusso di persone». Scalo ormai sopra gli 8 milioni di passeggeri l`anno, crescita garantita dal boom delle
compagnie low cost, Orio al Serio è ormai uno dei motori dell`economia della zona. Il grande centro commerciale, aperto nel `98 grazie al sostegno di Kommerzbank e attualmente gestito da una società
partecipata anche dal gruppo Percassi (proprietario tra l`altro dell`Atalanta), è cresciuto di pari passo con l`aeroporto. I «tempi supplementari» per i zoo negozi saranno per il momento un esperimento.
«Con i proprietari mi sono raccomandato che l`apertura prolungata si facesse con il consenso dei lavoratori» aveva messo le mani avanti il sindaco Pievani. Ma proprio questo si sta rivelando il primo inciampo: non appena ufficializzata la notizia dell`orario extralarge, le segreterie locali di Cgil, Cisl e Uil del commercio, hanno proclamato le due ore di sciopero. «Non esiste una domanda di consumi insoddisfatta - attacca Aronne Mangili, segretario della Filcams Cgil di Bergamo - perché le aperture, anche domenicali, dei centri commerciali sono diffuse ma soprattutto perché non ci sono soldi. In che cosa si tradurrà dunque la libertà di orario? In maggiori costi senza maggiori ricavi e dunque in
posti di lavoro in pericolo. Inoltre all`Orior center lavorano soprattutto donne e giovani madri: molte di loro ci hanno telefonato preoccupate perché, dovendo stare in negozio fino a tarda sera non riescono più a conciliare lavoro e impegni familiari». Su questa falsariga ha deciso di muoversi, 40o chilometri più a sud di Bergamo, il presidente della Regione Toscana: «La liberalizzazione selvaggia è una batosta per le piccole imprese - denuncia Enrico Rossi - e non è il consumismo la risposta alla crisi. Questo è un insulto alla nostra identità culturale e si costringerà chi lavora nei negozi a essere incatenato al banco. Dove finiscono la persona, la sua vita privata, i suoi diritti?». La conseguenza di questo ragionamento, secondo Rossi, sarà impugnare il provvedimento davanti alla Corte Costituzionale: esso avrebbe esautorato proprio le Regioni, fino a ieri competenti in materia di politica del commercio.