VICENZA - Niente acquisti, è domenica. I sindacati chiedono aiuto ai consumatori, mentre preparano lo sciopero del commercio di domenica (un altro sarà il prossimo 19 febbraio), contro il decreto Monti che liberalizza le aperture festive dei negozi. Sono loro a domandare uno «sciopero della spesa» che spinga la grande distribuzione a fare marcia indietro. «Facciamo appello ai consumatori - dice Grazia Chisin della Uiltucs-Uil - Andate a fare la spesa un altro giorno, la vita sociale non può essere ingabbiata nei centri commerciali anche la domenica». Lo sciopero regionale, convocato da Cgil Cisl e Uil, in provincia si dipanerà fra Vicenza (di fronte all`Auchan) e Thiene (all`iper Carrefour) con presidi dalle 8.3o alle 12. Casus belli è la manovra finanziaria che ha liberalizzato le aperture dei negozi in tutta Italia. La Regione ha risposto con una nuova legge che limita a 20 le aperture domenicali concesse in un anno, legge a sua volta impugnata dalle aziende: il pronunciamento del Tar è atteso per il 22 febbraio. «I lavoratori dei supermercati coinvolti dalle aperture domenicali nel Vicentino sono circa 15 mila - continua Grazia Chisin - In questo settore l`87 per cento sono donne. La tensione nei luoghi di lavoro è già alta, perché il commercio ha perso almeno il 4 per cento di fatturato rispetto a un anno fa. La situazione sui luoghi di lavoro è già tesa, i lavoratori sono arrabbiati. Ma hanno anche paura di aderire allo sciopero, perché si sentono ricattabili». Il Comune di Vicenza ha lasciato libertà di scelta ai commercianti, mentre il vescovo Beniamino Pizziol ha osservato che «sarebbe meglio tenere libere le domeniche». Contro le aperture indiscriminate si stanno schierando anche alcuni piccoli commercianti. «Nel settore il go per cento delle aziende sono piccoli negozi da quattro o sei dipendenti - sottolinea Umberto Marin della Filcams-Cgil - Nei supermercati ci dicono che sono stabili solo gli alimentari, tutto il resto è in calo di vendite. In questo contesto di crisi dei consumi l`ultima risorsa è quella degli orari: la grande distribuzione punta ad accaparrarsi i clienti dei concorrenti, quando quelli restano chiusi. Ma la libertà di aprire dovrebbe corrispondere alla libertà del lavoratore di decidere se lavorare o no quel giorno. Così non è, e per chi ha figli diventerà un`impresa passare una giornata in loro compagnia». Ribadisce il concetto Enrico De Peron, segretario generale della Fisascat-Cisl: «Con questa legge viene meno ogni possibilità di controllo. La legge regionale veneta non ci vede del tutto d`accordo, ma almeno può essere una mediazione ragionevole». Da Bassano, intanto, il consigliere regionale della Lega Nicola Finco lancia
l`allarme per la chiusura di alcune botteghe storiche del centro. «Mi aspetto che la giunta Cimatti prenda provvedimenti subito - attacca Finco - adottando la tolleranza zero nei confronti degli orari liberi della grande distribuzione».