"Mediaset 1" La famiglia Berlusconi vende il 17%
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giovedì 14 aprile 2005
OPERAZIONE LAMPO. I FIGLI DEL PREMIER CONFERMATI AI VERTICI. JP MORGAN: UNA DECISIONE PRESA ANCHE PER IL RISULTATO DEL VOTO La famiglia Berlusconi vende il 17% di Mediaset Incassati oltre due miliardi. Fininvest scende al 34% ma mantiene il controllo
Francesco Manacorda
MILANO - Sul mercato il 16,88% di Mediaset, in cassa oltre 2,1 miliardi di euro. Con un blitz la Fininvest, la finanziaria posseduta al 100% dalla famiglia del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, vende una fetta consistente di Mediaset, scende sotto il 51% della holding televisiva ma resta comunque con un 34,4% in mano che le consente di mantenerne saldamente il controllo. Lo spiega la stessa Fininvest in una nota, affermando che con il 34,3% residuo «potrà continuare ad assicurare a Mediaset la stabilità sia di un azionariato di riferimento sia delle competenze manageriali». La finanziaria della famiglia Berlusconi resta insomma l’azionista di controllo di Mediaset, pur passando dalla maggioranza assoluta del capitale a quella relativa; una mossa che lascia facilmente capire come l’ipotesi di cessione totale di Mediaset da parte di Fininvest non sia assolutamente in programma. Allo stesso tempo al vertice del gruppo rimarranno il presidente Fedele Confalonieri, il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi e l’amministratore delegato Giuliano Adreani.
L’operazione di vendita delle azioni è quella che in termini tecnici si chiama un «accelerated book building». In pratica la banca d’affari Jp Morgan si è assunta il compito di collocare presso grandi investitori istituzionali ed esteri 197 milioni di titoli Mediaset, frazionandoli in tante quote. Per sei mesi Fininvest non potrà vendere altre azioni Mediaset. Gli esiti dell’operazione, che per sua natura ha tempi stretti, potrebbero essere comunicati già oggi. La vendita arriva quando le quotazioni Mediaset sono ai massimi dell’anno, attorno agli 11 euro per azione. Ieri però, proprio sull’annuncio della cessione effettuata tra 10,7 e 10,9 euro per azione, il Biscione ha perso il 3,75% arrivando a 10,575 euro con scambi per oltre 45 milioni di titoli, otto volte la media dell’ultimo mese. Ma l’operazione scatta anche dopo dieci giorni dalla sconfitta di Forza Italia alla urne. Che dietro la decisione di scendere in Mediaset e di farlo proprio adesso ci sia anche il risultato politico lo conferma Francesco Cardinali, uno dei banchieri di Jp Morgan che ha seguito l’operazione: «La scelta della tempistica del collocamento - dice - segue fondamentalmente anche il contesto politico con l’esito delle recenti elezioni regionali».
Il grande interrogativo che circola adesso sul mercato è la destinazione di quei 2 miliardi e rotti che arriveranno in casa Fininvest. Il comunicato della finanziaria della famiglia Berlusconi si tiene sulle generali: «Con le risorse rese disponibili dall’operazione, Fininvest sarà in condizione di azzerare le proprie passività finanziarie e di poter contare su una rilevante liquidità da destinarsi a possibili nuovi investimenti». L’indebitamento della Fininvest ammonta infatti a circa 900 milioni di euro e dunque anche nell’ipotesi che fosse completamente azzerato lascerebbe disponibile almeno 1,2 miliardi per nuove operazioni. Ma quali, appunto? Il tam-tam del mondo politico e finanziario ha rilanciato ieri l’ipotesi, già circolata in passato, di una quota di Telecom Italia, la holding della telefonia fissa e mobile, controllata dalla Olimpia, una finanziaria che ha tra i suoi soci anche la Hopa di Chicco Gnutti, partecipata a sua volta al 5,33% proprio da Fininvest e Mediaset. Ma il titolo Telecom ieri era tutt’altro che in tensione, è sceso anzi dello 0,51% . In casa Fininvest si assicura che in questo periodo non è allo studio alcuna operazione, ma è certo che per una holding presente nelle Tv e nell’editoria classica uno sviluppo nelle Tlc e nel settore Internet è sempre stato considerato, almeno a livello teorico, con grande interesse. Altre possibilità di espansione esistono nel settore televisivo; Pier Silvio Berlusconi ha di recente parlato delle opportunità che ci sono nell’Est europeo. Quale che siano le prospettive di sviluppo, i due figli maggiori di Berlusconi sono destinati a mantenere i loro ruoli e hanno approvato la decisione di scendere in Mediaset. Ieri la primogenita Marina, che è vicepresidente di Fininvest, ha commentato che la decisione «conferma la nostra profonda attenzione al mercato, così come al futuro delle attività che rappresentano al nostra storia». E Pier Silvio parla di un «azionariato più diffuso che garantirà» a Mediaset «un ulteriore stimolo all’eccellenza e allo sviluppo».
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