Farmacie Speciali (ex municipalizzate), mobilitazione e sciopero a livello regionale
Contratto nazionale scaduto da 7 anni
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Assofarm indisponibile a definire un impianto normativo ed economico adeguato alle professionalità dei 2mila addetti.
Al via la mobilitazione dei 2mila addetti delle Farmacie Speciali (ex municipalizzate). Al termine dell’ennesimo incontro di trattativa con Assofarm sul rinnovo del Contratto nazionale scaduto da sette anni, i sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, unitamente al coordinamento unitario delle strutture e dei delegati, hanno dichiarato lo stato di agitazione con la previsione di una giornata di sciopero da effettuarsi a livello regionale, con le modalità previste per il settore.
Alla base della protesta l’indisponibilità dell’Associazione datoriale a definire un impianto normativo ed economico adeguato alle professionalità del comparto, che tanto ha dato nel corso della pandemia, anche a fronte delle modifiche legislative intervenute che hanno cambiato in maniera sostanziale il lavoro del farmacista.
“Le iniziative di mobilitazione e di lotta si rendono necessarie, nonostante la pazienza fin qui dimostrata dai lavoratori, per modificare l’impostazione che Assofarm sta cercando di dare alla trattativa” hanno stigmatizzato i sindacati in un comunicato sindacale unitario sottolineando che “salario, orario di lavoro, mercato del lavoro e professionalità sono gli argomenti sui quali le proposte dell’associazione appaiono pesantemente insufficienti”.
Le tre sigle puntano il dito anche contro “la proposta datoriale di 120 € nel triennio a fronte della richiesta datoriale di incrementare l’orario di lavoro di tutto il personale a 40 ore effettive, con il riassorbimento di 72 ore di ROL che, se valorizzati, rappresentano più di 60 dei 120 euro proposti, mettendo a carico del lavoratore e della sua conciliazione vita/lavoro più di metà dell’incremento salariale”.
Insufficiente anche la proposta datoriale sul riconoscimento della professionalità, quantificata da Assofarm con “una indennità mensile di 25 € per i farmacisti che realizzino tutte le mansioni della farmacia dei servizi, comprese le vaccinazioni”; proposta “anche di difficilissima esigibilità e comunque non eque se rapportate alla mole di competenze che la formulazione proposta prevede”.
Le distanze anche sul mercato del lavoro, con la richiesta di parte datoriale “di ampliare l’utilizzo dei contratti a termine”, proposta “non coerente con un mercato del lavoro che oggi deve contenere le forme di precarizzazione del lavoro e non estenderle senza motivazione oggettiva”.
Per i sindacati “il nuovo contratto deve riconoscere un quadro normativo di diritti che confermi quanto fino ad oggi riconosciuto, ed eventualmente lo migliori. Questo contratto deve riconoscere i giusti aumenti salariali, senza chiedere scambi impropri come la riduzione delle ore di permesso ROL. Questo contratto deve riconoscere la professionalità che in farmacia oggi è richiesta dalle nuove esigenze e da quanto la farmacia dei servizi propone”.