22/3/2005 ore: 17:56

ABANO TERME: 21 ALBERGATORI DISDETTANO CONTRATTO TERRITORIALE, PARTONO GLI SCIOPERI

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22 marzo 2005

ABANO TERME: 21 ALBERGATORI DISDETTANO CONTRATTO TERRITORIALE, PARTONO GLI SCIOPERI
«È un gioco irresponsabile scatenato da Unindustria per guadagnare qualche adesione» denunciano i sindacati

Sono partiti gli scioperi, in 21 alberghi di Abano e di Montegrotto, complesso termale in provincia di Padova. Scioperi che colpiscono ogni giorni tre o quattro alberghi senza alcun avviso e senza programmazione, impedendo dunque agli albergatori di correre ai ripari.

L’unica cosa che i sindacati hanno annunciato è che le agitazioni andranno avanti tutta questa settimana e la prossima, quindici giorni di alta stagione attorno a una Pasqua che per il turismo non sarà certo esaltante.

A maneggiare incautamente un boomerang di queste dimensioni sono stati 21 albergatori che hanno disdettato unilateralmente il contratto integrativo territoriale, vanto dei sindacalisti di Abano e fonte a loro giudizio «di buona gestione nei rapporti tra imprenditori e personale, un contratto che ha dato professionalità e pace sociale durata tredici anni».

Gli albergatori controbattono che la loro disdetta riguarderebbe solo i nuovi assunti. «Ma così non è – dicono i sindacalisti –, perché la disdetta del contratto territoriale apre la via ai contratti precari e alla gestione basata sul lavoro stagionale».

«Spiegheremo agli ospiti degli alberghi perché abbiamo dovuto ricorrere a questa forma di azione – dice Rocco Campa, segretario generale della Filcams Veneto –, ma la posizione degli albergatori non ha lasciato altra scelta».

All’origine di una situazione di tensione di cui ad Abano e a Montegrotto non c’era più ricordo, il passaggio dei 21 dall’Associazione albergatori Abano aderente a Confcommercio all’Associazione albergatori aderente a Unindustria, la rappresentanza locale di Confindustria.

«Questo è un gioco irresponsabile scatenato da Unindustria per guadagnare qualche adesione alla propria associazione» sostiene Campa. Insomma, una battaglia di marketing lanciata senza scrupoli e, forse, senza saperne valutare le conseguenze.

Intanto, per questa e la prossima settimana è sciopero, poi si vedrà.