24/7/2025 ore: 11:33

Booking.com annuncia licenziamenti in Italia

Non paghino le lavoratrici e i lavoratori le scelte aziendali

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La piattaforma olandese di prenotazioni e viaggi Booking.com ha annunciato nei mesi scorsi un piano di riorganizzazione globale che prevede un rilevante taglio della forza lavoro. Secondo indiscrezioni di stampa, il piano coinvolgerebbe migliaia di lavoratrici e lavoratori, con una stima che varia tra i 200 e i 1.000 esuberi.
Anche l’Italia non è esclusa da questa strategia: l’azienda ha comunicato l’intenzione di procedere con 9 licenziamenti su un totale di circa 150 dipendenti della sede italiana.

Le motivazioni fornite dall’azienda non riguardano esclusivamente elementi economici, bensì si richiamano a una presunta necessità di ottimizzazione dei costi e di preparazione all’automazione, al fine di “innovare in modo più intelligente, aumentare la velocità e agilità, e investire saggiamente per garantire il successo a lungo termine”. Un linguaggio ambiguo, che nasconde una strategia ormai ben nota: tagliare posti di lavoro per aumentare i margini, a discapito delle persone.

Il cambiamento del settore non può e non deve diventare un alibi per ridurre l’organico e scaricare sulle lavoratrici e sui lavoratori il peso di scelte aziendali unilaterali. È inaccettabile che, tra le giustificazioni addotte per i licenziamenti, l’azienda arrivi a citare questionari interni anonimi, dai quali emergerebbe un “basso senso di appartenenza al team” e una “diminuzione della motivazione”. Una strumentalizzazione gravissima, da respingere con fermezza.
Questo ennesimo caso dimostra ancora una volta la fragilità e l’iniquità dei modelli economici delle multinazionali digitali, che privatizzano i profitti nei momenti di crescita e socializzano i costi non appena il mercato cambia.

Le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno richiesto con forza all’azienda di esplorare soluzioni alternative ai licenziamenti, come l’uso di ammortizzatori sociali, la possibilità di ricollocazione interna e qualunque altra opzione finalizzata al mantenimento della forza lavoro in azienda.
L’unica disponibilità ottenuta da Booking.com è stata una proposta economica del tutto insufficiente, accompagnata inoltre dalla pretesa di selezionare le persone da licenziare.
Stiamo parlando di lavoratrici e lavoratori con oltre dieci anni di anzianità, alcuni dei quali presenti fin dagli esordi dell’azienda in Italia, che hanno contribuito in maniera decisiva alla sua crescita e al suo successo sul mercato.

Di fronte alla totale chiusura dell’azienda verso ogni proposta di mediazione, le organizzazioni sindacali, insieme alle rappresentanze sindacali aziendali, hanno proclamato lo stato di agitazione e si riservano di mettere in campo tutte le azioni necessarie a tutela dei diritti e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori.
La riorganizzazione non può pesare sempre sugli stessi. Il lavoro si rispetta, non si taglia!

 


 


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