McDonald's, nuove aperture e vecchie chiusure
L'azienda va avanti con punti vendita e assunzioni, ma non si mostra ancora disponibile a siglare un contratto integrativo per i suoi dipendenti
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McDonald's ha appena annunciato una nuova espansione sul territorio italiano, con l'apertura di ben 50 punti vendita che vanno ad aggiungersi ai 700 già presenti.
Aperture che comporteranno l'assunzione di circa 5000 nuovi addetti, azione meritoria che l'azienda sottolinea con orgoglio.
A colpire è come in questo quadro organizzativo di segno positivo, attento ai livelli occupazionali, l'azienda non intenda ancora includere un contratto integrativo che a quegli occupati garantirebbe, a fronte di un impegno professionale di una certa intensità, una solida regolamentazione del lavoro e dei salari.
Una risposta finalmente costruttiva alle Organizzazioni sindacali e alle loro richieste andrebbe a migliorare le condizioni di precarietà ed estrema flessibilità delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati nella celebre catena di fast food, ormai realtà consolidata, e fiorente, nel nostro Paese.
La base sulla quale avviare un proficuo confronto è già a disposizione dell'azienda, che lo scorso anno ha ricevuto dai sindacati una piattaforma dedicata.
Un confronto che sarebbe auspicabile estendere quanto prima al tavolo negoziale per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore, scaduto ormai nel dicembre 2021.