Codice contratti pubblici, il Governo apre la strada all'illegalità
Un duro colpo per le centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori impiegati negli appalti di servizi, pulizie, mense e vigilanza
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Il mondo degli appalti è da sempre il regno del lavoro povero, ma con le modifiche apportate dal Governo al Codice dei contratti pubblici, che hanno incassato il parere positivo della maggioranza parlamentare, le condizioni di lavoro di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori impiegati nei servizi - dalle pulizie alle mense, alla vigilanza - andranno a peggiorare nettamente.
Il decreto correttivo del Codice dei contratti pubblici proposto dal Governo, infatti, modifica in modo rilevante le regole che guidano la scelta del contratto collettivo nazionale che deve essere applicato a garanzia delle tutele economiche e normative delle lavoratrici e dei lavoratori in appalto e subappalto e introduce criteri nuovi per definire le organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative.
Viene creato così un nuovo margine di libertà che lascia maglie aperte all'uso dei contratti pirata, permettendo di venir meno al principio di trasparenza e di scivolare verso l'illegalità.
Alla tutela di lavoratrici e lavoratori è preferita la tutela di imprese sleali e della sua facoltà di erodere, all'occorrenza, i diritti dei dipendenti: di diminuire orari, salari e organico, con il beneplacito delle istituzioni.
“Viene introdotta l’equivalenza tra contratti collettivi nazionali che in realtà prevedono condizioni economiche e normative differenti, producendo di fatto effetti di dumping e di ribasso mascherato rispetto al contratto leader” afferma Paola Bassetti, segretaria nazionale Filcams Cgil, “in questo modo, si legittimano contratti pirata e con tutele inferiori, con gravi conseguenze per le lavoratrici e i lavoratori degli appalti di servizi, in larga parte donne, migranti, spesso a part time involontario, che già vivono in una condizione di precarietà e fragilità. Sugli appalti si continuano a scaricare le conseguenze di politiche pubbliche di contenimento dei costi in nome del risultato e del massimo profitto, facendo cassa sulla pelle dei più deboli. Sono circa 800.000 le lavoratrici e i lavoratori impegnati negli appalti, molti di loro in servizi essenziali per il Paese come gli ospedali e scuole, le RSA, ai quali il Governo non è in grado di dare risposte, rispetto e attenzione, condannandoli, di fatto, all’invisibilità sociale e all’emarginazione.”
Un pericoloso passo indietro contro il quale la Filcams si impegnerà con tutte le sue forze, mettendo in campo le azioni necessarie a liberare lavoratrici e lavoratori da questa nuova trappola e ad emanciparsi dalla condizione di fragilità e precarietà che il Governo intende cucirgli addosso.