21/12/2002 ore: 16:16

FILCAMS FISASCAT UILTUCS: «IL RIPOSO DOMENICALE NON SI TOCCA»

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20 dicembre 2002

FILCAMS FISASCAT UILTUCS: «IL RIPOSO DOMENICALE NON SI TOCCA»

Le federazioni del Terziario, Turismo e Servizi, sulla ventilata soppressione della domenica quale giorno festivo settimanale, si sono così espresse.

«Filcams-Cgil Fisascat-Cisl Uiltucs-Uil sono fortemente preoccupate per la situazione venutasi a creare dopo un anno di negoziato per il raggiungimento di un accordo tra parti imprenditoriali e parti sindacali, teso al raggiungimento di un accordo per un “avviso comune” sull’orario di lavoro.

«Le stesse dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro, Saccone, seguite da smentite e da interpretazioni varie sul riposo domenicale, non contribuiscono alla soluzione positiva dello stesso negoziato.

«Il riposo domenicale, non è solo una conquista riferita alla fede cattolica, ma riguarda la qualità della vita e del lavoro di milioni di lavoratori dipendenti e autonomi, in un’economia e in una società ove sempre più l’uomo e la donna sono considerati solo strumenti della produzione.

«Le organizzazioni sindacali dei lavoratori del Commercio, del Turismo e dei Servizi, reputano irresponsabile il comportamento della Confcommercio, che tenta di bypassare il negoziato, per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, che si aprirà all’inizio del 2003, cercando di sterilizzare e annullare precise normative contrattuali che da anni hanno riconosciuto la domenica come giorno di riposo.

«Tutto ciò avviene in netta contraddizione con la battaglia referendaria, che la stessa Confcommercio fece, contro la liberalizzazione degli orari commerciali e contro i suoi stessi associati, per la stragrande maggioranza piccoli commercianti, che concepiscono la domenica come insostituibile giorno di riposo.

«Ma il tentativo di deregolamentare il settore, e destrutturare il contratto collettivo nazionale di lavoro, non si limita all’annullamento del riposo la domenica, ma si estende anche al lavoro straordinario e notturno e alla maggior parte delle norme in materia di orario, perseguendo così l’obiettivo di un peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro nel nostro Paese.

«Filcams-Cgil Fisascat-Cisl Uiltucs-Uil respingono tali posizioni irresponsabili e contraddittorie, anche rispetto a ciò che per anni ha “predicato” la stessa Confcommercio, e auspica che esse vengano isolate, giungendo così ad un’intesa capace di dare certezza per il recepimento delle direttive UE in materia di orario di lavoro, da parte del governo, così come previsto dalla legge delega.

«In tal senso va rispettato quanto previsto dall’accordo stipulato da Confindustria con CGIL CISL UIL nel 1997, e allo stesso tempo dia spazio al livello negoziale prettamente contrattuale che nei vari settori si esplicherà. In questo senso si sono espresse, nel corso del negoziato, le organizzazioni sindacali e la stragrande maggioranza delle associazioni imprenditoriali».