I SINDACATI SI INTERROGANO SUL FUTURO DI RINASCENTE (TESSILE)
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16 febbraio 2005
I SINDACATI SI INTERROGANO SUL FUTURO DI RINASCENTE (TESSILE)
L’attivo dei lavoratori dell’ex gruppo Rinascente intravede il pericolo che le attività tessili finiscano in mano a gruppi interessati agli immobili più che all’attività commerciale.
Il comunicato delle segreterie.
«L’attivo nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ex Gruppo Rinascente, riunito a Roma il 16 febbraio 2005, esprime la sua più ; viva preoccupazione per l’evoluzione registratasi nel corso degli ultimi mesi in quella che fu la più grande azienda della distribuzione italiana, con la definitiva cessione delle attività alimentari all’ impresa francese Auchan e l’incombente vendita anche delle attività tessili (Grandi Magazzini e UPIM) a cordate di imprenditori, prevalentemente stranieri, che appaiono più interessate al patrimonio immobiliare che non alla prosecuzione e allo sviluppo delle attività commerciali.
«Dopo l’alimentare Rinascente, dopo la GS ed Euromercato, dopo Standa e il Gruppo Garosci, un altro pezzo della grande distribuzione rischia quindi di passare sotto il controllo di imprese straniere e della speculazione immobiliare.
«Le segreterie nazionali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e tutti i lavoratori esprimono pertanto l’auspicio che l’azienda continui nella sua attività commerciale e nello sviluppo e che fornisca le necessarie assicurazioni in tal senso, in occasione dell’incontro già previsto per il 22 febbraio prossimo, anche per quel che concerne la continuità delle acquisizioni contrattuali e le relazioni sindacali a tutti i livelli.
«Alle ovvie preoccupazioni sociali ed economiche ingenerate dalla progressiva cessione all’estero d’imprese dell’apparato distributivo italiano si aggiunge infatti, la constatazione che le aziende a controllo straniero si caratterizzano per un atteggiamento particolarmente ostile nei confronti delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, con continue violazioni degli accordi sottoscritti, atti unilaterali e forzatura rispetto allo stesso contratto collettivo nazionale di lavoro, come dimostra proprio la situazione di grave tensione emergente in Auchan ormai da mesi. Sulle iniziative messe in campo da Auchan, tra l’altro, ricade prevalentemente la responsabilità del fatto che ad oggi ancora non si sia avviata la stesura del contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritto nel luglio dell’anno passato.
«Qualora questa situazione proseguisse le organizzazioni sindacali, i lavoratori e le lavoratrici non potranno che trarne le dovute conseguenze in vista dei confronti negoziali imminenti anche con questa impresa».