4/1/2012 ore: 15:27

«Questa domenica mi rifiuto di aprire»

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Vinante: serrande alzate da 5 settimane, troppo
non possiamo farci ricattare dalle grandi catene



Commerciante scrive all`Unione e ai clienti: ora basta, le commesse sono stremate



BOLZANO. A tutto c`è un limite, anche se si parla di legge di mercato. Daniele Vinante, proprietario del negozio "La Culla, Universo Bimbo" di via Maso della Pieve, non se l`è sentita nemmeno di proporglielo alle sue sei commesse di aprire anche domenica prossima. E così il volantino dell`Unione che prospettava un`ulteriore giornata di saldi domenicali è rimasto ben chiuso nel suo cassetto, anzi, ha deciso di passare al contrattacco offrendo uno sconto del 5% su tutti gli acquisti effettuati tra il lunedì e il sabato, anche su prodotti già in promozione. Dopo cinque settimane di lavoro ininterrotte dovute alle deroghe comunali per le festività natalizie, il fine settimana dell`epifania ha assunto il carattere di una questione di principio. «Voglio stare con la mia famiglia - afferma convinto Vinante - passare del tempo con i miei figli, e lo stesso vogliono le sei mamme che lavorano per me, non si può lavorare senza sosta per due mesi». Non è nemmeno conveniente, aggiunge il commerciante. «La storia del business delle aperture domenicali è solo una balla che conviene alla grande distribuzione, a noi piccoli commercianti ci prendono per il collo perché la concorrenza che sentiamo è incredibile». I clienti sono gli stessi, divisi in sei giorni invece che in sette: «E non conviene nemmeno a loro, perché le paghe doppie del festivo e le spese per tenere aperto si ripercuotono sui prezzi alla cassa». E poi arriva un momento in cui si deve affrontare l`aspetto umano del lavoro: «Ho sei commesse che lavorano da cinque settimane compreso vigilia di Natale e 8 dicembre, anche con turni di dieci ore, e che mantengono il loro sorriso impeccabile, non me la sono sentita di andare oltre; come dice il Vescovo Muser ci deve essere un tempo anche per la famiglia». Non è un questione religiosa, specifica il negoziante: «È una presa di posizione contro il principio dei soldi prima di tutto». Su questo tema il 2012 si preannuncia caldo, spiega Vinante: «Il calendario delle aperture secondo le nuove norme è pressoché ininterrotto, ho già sentito parecchi piccoli commercianti che non sanno che fare, finiremo nel caos delle aperture a macchia di leopardo, perché la gente non ce la fa più». In vista del problema Vinante lancia l`iniziativa "Domenica noi no!": «Finirò per essere impopolare, ma spero che anche la clientela capisca, la protesta non è rivolta a loro ma ai meccanismi di potere». Le dipendenti dal canto loro «Cominciano i saldi ma non ce la facciamo più» L`esercente lancia la campagna «Domenica, noi no!» fanno i piani con la prima domenica libera da due mesi: «Io vado a sciare con la mia famiglia», sorride Monica Valandro,
mentre continua a battere gli scontrini in cassa. «Una passeggiata sarà sufficiente per sentirmi meglio sospira Sonia Pandolfi - e poi c`è tanto da fare anche in casa, che lavorando a questo ritmo non c`è mai tempo per fare tutto». La famiglia prima di tutto, spiega Elena Maffia: «Andare oltre significa esagerare, in Germania i commercianti hanno sbarrato gli occhi quando ho raccontato che da noi si lavora di domenica, mi hanno risposto che per loro il riposo è sacro». Per lei il migliore dei piani è quello del riposo in casa: «Sembra che passare una domenica a chiacchierare in salotto sia diventato un lusso, corrono tutti a comprare o a vendere, così finiamo per essere solo consumatori e non persone».