Relazione C. Romeo Comitato Direttivo FILCAMS CGIL, Roma 15-16/05/2007
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C.D. FILCAMS CGIL NAZIONALE 15 E 16 MAGGIO 2007
Relazione di Carmelo Romeo
(BOZZA NON CORRETTA)
La Conferenza d’Organizzazione della CGIL è ormai avviata. Entro i primi giorni del mese di luglio il C.D. della CGIL approverà il documento definitivo per la conferenza che sarà discusso in tutte le assemblee organizzative dei diversi livelli confederali e di categoria, territoriali e nazionali che decolleranno a partire dal prossimo autunno.
Questo nostro comitato direttivo si svolge immediatamente dopo alcuni appuntamenti significativi che hanno posto all’attenzione del Paese problemi cruciali del mondo del lavoro.
Le manifestazioni del 25 aprile hanno evidenziato il persistere di uno stato di malessere tra alcune frange di giovani, sia pure circoscritto ma pur sempre preoccupante anche per effetto di un’enfatizzazione mediatica degna di miglior causa, che induce qualche cattivo maestro del giornalismo nostrano – Ernesto Galli della Loggia, di sostenere dalle prime pagine del Corriere della Sera, che il brigatismo è figlio della resistenza in quanto tutti e due egemonizzati dalla sinistra.
Sono giudizi e considerazioni gratuiti, in linea con il peggiore revisionismo della Storia del nostro Paese che non deve indurci a sottovalutare le ragioni che stanno alla base delle contestazioni rivolte a rappresentanti delle Istituzioni e degli Enti Locali.
Non sono sgradevoli le contestazioni in quanto tali, fanno parte delle regole della democrazia. Ma la loro diffusione può generare confusione in quella parte della opinione pubblica, specie giovanile, alla quale occorre spiegare il valore simbolico della festa della Liberazione ed il significato che assume la caduta del regime fascista per quanti hanno militato e militano tra i partiti che si richiamano all’antifascismo ed alla resistenza.
Per le stesse ragioni non possiamo restare indifferenti di fronte alle manifestazioni di solidarietà, sia pure nelle forme ridotte in cui sono espresse, a persone e sigle che hanno rappresentato nel passato e rappresentano tuttora una reale minaccia alla democrazia del nostro Paese ed alla nostra Organizzazione in particolare che da sempre, costituisce un baluardo a difesa della democrazia e della libertà pagando un notevole tributo di sangue.
E’ un tema, quello del terrorismo, sul quale dovremo riflettere attentamente durante la nostra conferenza di organizzazione sforzandoci di capire le ragioni che spingono alcune persone, giovani e meno giovani, a ricercare nella violenza terroristica la scelta della propria militanza ed a scegliere da parte di alcuni di loro, la CGIL quale copertura della loro attività criminale.
Contro i pericolosi insegnamenti che provengono da uno dei più autorevoli quotidiani del nostro Paese e contro le facili strumentalizzazioni degli organi di comunicazione spetta a noi, alla CGIL nel suo continuo rapporto con le giovani generazioni, evidenziare le differenze abissali tra quanti credono nei valori della resistenza e dell’antifascismo che sono i valori di libertà, di democrazia, di solidarietà e quanti cercano di sminuirne il valore e la loro immutata attualità.
Altro appuntamento importante per il mondo del lavoro è stata la celebrazione del primo maggio che quest’anno coincideva con il 60°anniversario della strage di Portella della Ginestra nella quale, per mano mafiosa, sono state uccise 12 lavoratrici e lavoratori e ferite 27.
Ma è stata anche l’occasione per denunciare le stragi quotidiane sui posti di lavoro che rappresentano una vergogna per il nostro Paese.
I forti richiami del Presidente della Repubblica e le iniziative di denuncia e di mobilitazione del Sindacato non hanno finora provocato un’inversione di tendenza e permane un’intollerabile carenza di sicurezza sui posti di lavoro. Quattro lavoratori al giorno per tutti i giorni lavorativi dell’anno è il tributo di sangue pagato dai lavoratori italiani all’ingordigia delle imprese ed all’assenza di controlli adeguati ad eliminare o limitare queste stragi che costituiscono un attacco alla dignità umana ed alla crescita civile e sociale del nostro Paese.
La manifestazione del 9 maggio alla presenza di 1200 giovani donne uomini ed immigrati, conclusa dal Segretario Generale della CGIL costituisce un primo importante appuntamento dei giovani quadri e dirigenti della nostra Organizzazione, e rappresenta un buon viatico per la prossima conferenza di organizzazione che si pone l’obiettivo di costruire una CGIL sempre più capace che affrontare in problemi del lavoro nel nuovo secolo, consolidando la propria rappresentanza e rappresentatività e contribuendo al rilancio politico, sociale, economico e produttivo del Paese.
Non minore importanza assume per la Filcams CGIL, per la prima volta nella storia del mondo del terziario, turismo e servizi la splendida manifestazione unitaria dell’11 maggio alla presenza dei Segretari Generali CGIL-CISL-UIL, che si poneva l’obiettivo di porre all’attenzione dell’opinione pubblica i problemi di un settore quale il nostro che non riesce a garantire ai lavoratori rappresentati, circa 4 milioni, il diritto ad un rinnovo contrattuale.
Sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del settore, richiamare le imprese e le associazioni datoriali alle loro responsabilità, sollecitare il Governo che non può essere spettatore disattento e colpevolmente silente, rivendicare più diritti e più tutele per le lavoratrici ed i lavoratori che rappresentiamo, sono state le parole d’ordine degli interventi accompagnate dall’entusiasmo degli oltre sei mila quadri e delegati unitari presenti al Palalottomatica. Quante bandiere Filcams!!
E veniamo all’ordine del giorno del nostro C.D.
CENTRALITA’ DEL LAVORO
La conferenza di organizzazione è stata decisa al congresso di Rimini con la tesi n.10 “Una CGIL democratica e rappresentativa “ che si poneva l’obiettivo di avviare una riflessione sui temi organizzativi per estendere la nostra rappresentanza e rappresentatività.
E’ la prima conferenza di organizzazione dopo quella svoltasi n il 9 novembre 1993 anche se alcuni di noi ricordano ancora la conferenza di Montesilvano del 1979 che ha ridisegnato la struttura organizzativa territoriale della CGIL ed ha favorito l’affermarsi di un nuovo gruppo dirigente, proveniente dai posti di lavoro, dalle prime esperienze di elezione delle RSU che è tuttora ai vertici della Confederazione e delle categorie ai diversi livelli.
Voglio premettere che se la prossima conferenza di organizzazione riuscirà a discutere serenamente, individuando ed attuando le soluzioni adeguate sui seguenti temi.
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CENTRALITA’ DEL LAVORO E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO E DEI LUOGHI DI LAVORO;
QUALE POLITICA DEI QUADRI FUNZIONALE A FAVORIRE IL RINNOVAMENTO ED IL RINGIOVANIMENTO DEL GRUPPO DIRIGENTE,
Tutti gli altri temi che sono in discussione all’interno dei gruppi di lavoro che si stanno confrontando sulle diverse aree tematiche non possono che costituire una necessaria cornice per il raggiungimento dei due obiettivi sopra indicati.
Essenziale a tal proposito è il ruolo che si propone di svolgere la Filcams CGIL in preparazione della Conferenza d'Organizzazione; quale contributo intende portare sui temi oggetto della conferenza ed in discussione nelle singole aree tematiche, come intende caratterizzarsi nel documento che sarà proposto al C.D. della CGIL che sarà convocato per il prossimo mese di giugno.
La FILCAMS CGIL condivide pienamente la scelta ribadita al congresso di Rimini di considerare elemento fondamentale della CGIL la centralità del lavoro e la valorizzazione del territorio e dei luoghi di lavoro.
Una scelta non solo condivisa ma anche praticata nel corso di questi ultimi anni in termini di dislocazione di risorse umane ed economiche come stanno a dimostrare le decisioni adottate in materia formativa e di reinsediamento. Dati del bilancio preventivo 2007.
Tuttavia alcune sottolineature su questo tema sono necessarie:
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per noi resta prioritario affrontare e definire il tema della titolarità contrattuale, precisando compiti, funzioni e rappresentanza di ciascuna categoria, operando sui confini contrattuali, ricercando il consenso e la condivisione delle altre categorie interessate, attraverso un forte coordinamento politico della Confederazione ai diversi livelli, evitando sprechi di risorse e danni di immagine alla Confederazione ed indebolendo il rapporto con gli stessi lavoratori;
registriamo limiti e ritardi su questi aspetti, anche in conseguenza della particolare composizione e frantumazione del mondo del lavoro che rappresentiamo, nella ricerca degli strumenti e delle forme per migliorare la nostra azione sindacale nel territorio e nei luoghi di lavoro, pur in presenza di un costante rafforzamento della nostra rappresentatività;
ciò è dimostrato dalle difficoltà e dai limiti che riscontriamo sulla mancata esigibilità della contrattazione di secondo livello che ci impedisce di garantire a gran parte dei lavoratori che rappresentiamo il diritto al secondo livello contrattuale
questi nostri limiti sono ulteriormente aggravati dall’assenza di una reale contrattazione territoriale anche sui temi di politica sociale finalizzata alla tutela ed alla difesa dei diritti individuali e collettivi. Una contrattazione quest’ ultima che, se realizzata, certamente non annullerebbe la titolarità di contrattazione delle singole categorie, alterata al contrario per effetto di una dannosa oltre che inutile competizione tra le categorie;
essenziale, in tale contesto, sempre a nostro parere, è la CONTRATTAZIONE DI SITO che andrebbe valorizzata ed estesa in tutte le realtà in cui è possibile praticarla, individuando i temi da affrontare, attraverso un ruolo trainante del livello confederale territoriale, ed un coinvolgimento delle categorie alle quali non può assolutamente essere sottratta la rappresentanza e la titolarità contrattuale.
Il tema della titolarità contrattuale è strettamente connesso alle profonde trasformazioni dei settori produttivi industriali, nei servizi, nel terziario, nel Pubblico Impiego per effetto dell’introduzione delle nuove tecnologie, della riorganizzazione dei processi produttivi, delle esternalizzazioni, delle delocalizzazioni che hanno prodotto un mutamento strutturale degli assetti organizzativi dei mercati.
Ciò ha comportato una ridefinizione dell’azione contrattuale, di tutela e rappresentanza che non sempre abbiamo saputo affrontare con efficacia. Le scelte organizzative attraverso gli accorpamenti non hanno prodotto, a volte, una semplificazione contrattuale ma risolto, in qualche caso, problemi strutturali ed a volte finanziari.
Bisogna invertire la tendenza evitando, come sostiene Carla, di “realizzare accorpamenti di convenienza o assemblaggi di utilità puramente organizzativa”.
La FILCAMS CGIL, in base a giudizi talvolta superficiali, presenti all’interno della Confederazione sino a qualche mese addietro, era considerata un grande contenitore dove si trova di tutto e di più.
L’esperienza tedesca del Sindacato VERDI non è esportabile al nostro Paese; un Sindacato di tutti i servizi metterebbe a dura prova gli equilibri tra le categorie anche nel rapporto con la Confederazione.
Ma una riflessione sulla criticità dei rapporti tra alcune categorie rispetto ai confini della titolarità contrattuale, con l’obiettivo di migliorare la tutela e la rappresentanza dei lavoratori sarebbe quanto mai opportuna.
In questa direzione la Filcams nella discussione in corso in CGIL, ha proposto la costituzione di un gruppo di lavoro delle categorie interessate (FILCAMS, FLC, FILT, FP, SLC, FISAC) con il coordinamento della Confederazione per affrontare i nodi riferiti ai confini contrattuali, al ruolo della contrattazione nel territorio e nei luoghi di lavoro, ed adottare le decisioni condivise.
Se da questo lavoro dovessero scaturire proposte motivate tali da giustificare soluzioni organizzative diverse(Accorpamenti?) da quelle attuali, penso sia giusto sottoporle alla discussione ed al confronto in tutte le fasi della conferenza organizzativa.
STRUTTURE REGIONALI
Tornando al Sindacato sul territorio e sui luoghi di lavoro un tema rilevante sul quale riflettere è quello riferito al ruolo ed alla funzione delle strutture regionali.
La scelta della Filcams di istituire il livello congressuale regionale con funzioni di indirizzo politico e supporto anche organizzativo alle categorie provinciali, in considerazione del peso crescente che assume la politica dei servizi nelle singole realtà regionali e delle competenze trasferite dallo Stato alle Regioni per effetto della riforma del titolo V° della Costituzione e delle leggi emanate dal Parlamento Italiano in materia di appalti, turismo e commercio, è quanto mai attuale ed insostituibile.
Non esistono per quanto riguarda la nostra esperienza, appesantimenti burocratici tra le diverse strutture, regionali, i sindacati provinciali territoriali e delle aree Metropolitane, anche perché sono state operate scelte che non hanno ostacolato bensì favorito un reale decentramento delle risorse destinate al territorio, alle RSU, RSA ecc.
La scelta di costituire strutture regionali snelle non richiede alcun intervento di razionalizzazione.
Molto diversa, a nostro modesto avviso è la realtà confederale in quanto sovrapposizioni e ripetitività di compiti e funzioni e doppioni burocratici non sono infrequenti ed andrebbero affrontati e risolti. Ma questo è un tema che va affrontato ai diversi livelli Confederali.
RAPPRESENTANZA
Il tema riferito all’organizzazione delle nostre rappresentanze è l’occasione per riflettere sulle esperienze della nostra categoria al fine di individuare gli strumenti idonei a consentire ai lavoratori del terziario, della distribuzione, del turismo e dei servizi di poter eleggere liberamente i propri rappresentanti nei luoghi di lavoro.
PROBLEMI: Esperienza limitata alla grande distribuzione;
problemi legati alla solidarietà;
fedeltà all’Organizzazione per R.S.U;
valgono le stesse indicazioni per RLS;
- nessuna esperienza comitato iscritti, anche per assenza chiarimento ruoli e rapporto RSU/RSA.
Per misurare la nostra rappresentatività.
Permanendo le difficoltà di ordine politico che ostacolano l’introduzione di una normativa legislativa che regoli la rappresentanza e la rappresentatività, le modalità di coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti, dalla predisposizione dell’ipotesi di piattaforma al pronunciamento degli stessi sulle ipotesi di accordo, rappresentano, allo stato, il risultato massimo possibile, grazie alle difficili e continue mediazioni con Fisascat ed Uiltucs.
MERCATO DEL LAVORO
Altro tema estremamente delicato ed importante per il settore, anche per la sua stretta connessione con la politica dei quadri, è quello del mercato del lavoro, che è cambiato in questi ultimi anni ed è cambiato in peggio.
Gli interventi legislativi decisi dal Governo Berlusconi con l’introduzione della legge 30 e del decreto legislativo 276, hanno determinato una progressiva ed inaccettabile precarizzazione dei rapporti di lavoro in tutti i settori che rappresentiamo.
Le modifiche normative e legislative riferite al sistema degli appalti pubblici e privati per la fornitura di servizi, per effetto della emanazione del codice unico degli appalti e dei ritardi di tutte le Regioni ad affrontare la materia con interventi legislativi, rischiano di indebolire ulteriormente le garanzie e le tutele acquisite fino al 2001.
Il lavoro è sempre più precario per gran parte del mondo del lavoro che rappresentiamo; è precario sia in termini di qualità che di quantità: ci sono i tempi parziali, i tempi determinati, i lavoratori somministrati, sommersi, grigi e neri.
C’ è di tutto e di più nella grande distribuzione, nei grandi alberghi, nel variegato mondo degli appalti, tra i lavoratori immigrati e per tutte le qualifiche professionali dagli operai ai quadri.
- I problemi da affrontare sono abbastanza complessi:
maggiore attenzione alla stesura del codice unico degli appalti al fine di rafforzare il sistema di tutele negli appalti di servizi pubblici e privati con riferimento alle modalità delle gare di appalto che cancellino l’offerta al massimo ribasso, alla esigibilità del contratto collettivo di lavoro e del decreto ministeriale sul costo del lavoro, all’obbligatorietà del DURC per combattere l’evasione contrattuale e contributiva.
POLITICA DEI QUADRI
L’obiettivo è di individuare gli strumenti più idonei a costruire una nuova generazione di quadri da ricercare sui posti di lavoro nel territorio ed anche nella scuole senza attendere il loro arrivo, ma sollecitandoli alla partecipazione attiva in tutte le fasi di attività della CGIL.
E’ l’attuale gruppo dirigente che guida la CGIL ai diversi livelli nazionali e territoriali, cresciuto dalla fine degli anni ’70 che proviene dalle esperienze politiche ma essenzialmente dai posti di lavoro, fabbriche, uffici, ecc, che ha l’obbligo di favorire la crescita di una nuova generazione di sindacalisti che consolidi e rafforzi la rappresentanza e rappresentatività della nostra Organizzazione.
Occorre intervenire sulla formazione e riqualificazione continua dei nuovi dirigenti nel rispetto del pluralismo politico e di genere con una crescente attenzione ai lavoratori/trici immigrati/e:
La Filcams si sta muovendo in questa direzione destinando risorse alla formazione ed al reinsediamento territoriale.
INIZIATIVE: corso di Formazione per formatori;
formazione di previdenza e assistenza integrativa;
master per giovani sotto 35 anni;
formazione continua per i quadri e per i dirigenti.
Noi siamo convinti che la formazione non possa rispondere ad esigenze e motivazioni contingenti, anche se necessarie, ma deve costituire una scelta di sistema in grado di fronteggiare le esigenze di un’Organizzazione che si pone l’obiettivo di superare il traguardo di 350.000 iscritti nel corso del 2007 e di favorire la crescita di un gruppo dirigente motivato e determinato che costituisca un elemento di continuità nella direzione politica dell’organizzazione a tutti i livelli
La formazione deve anche porsi l’obiettivo di accrescere le competenze e la professionalità del sindacalista non soltanto sui temi contrattuali, sui processi di trasformazione del sistema sociale, sulle dinamiche sociali ed economiche, sulle politiche del lavoro.
Ma prioritariamente, la formazione deve fornire, specie ai giovani quadri e delegati, un quadro di conoscenze completo e puntuale sulla storia della CGIL, sui suoi valori fondamentali e sui principi di solidarietà che ispirano detti valori, sulla funzione che ha avuto a sostegno e tutela dei ceti più deboli ed a difesa della libertà e della democrazia del nostro Paese nella lotta contro la criminalità organizzata e contro il terrorismo.
La politica formativa deve camminare di pari passo con i progetti di reinsediamento e di ricollocazione dei gruppi dirigenti attraverso scelte condivise che coinvolgano la CGIL in tutte le sue articolazioni territoriali e nazionali, di categoria e confederali.
Operare per il rinnovamento ed il ringiovanimento del gruppo dirigente della CGIL nel rispetto dei vincoli statutari riferiti alle sensibilità di genere e politiche non rappresenta un problema per la Filcams CGIL.
Il Congresso di Palermo concluso all’insegna dell’unità ci ha consentito di lavorare per il rafforzamento politico ed organizzativo della Filcams, operando le scelte più utili al raggiungimento di tale obiettivo.
E’ stato del tutto naturale garantire il rispetto delle norme statutarie nella composizione dei gruppi dirigenti, come altrettanto naturale è stata l’elezione ai massimi livelli di responsabilità di donne che sono alla guida di alcune regioni e delle più importanti aree metropolitane.
Infine, occorre realizzare un maggiore coinvolgimento dei lavoratori immigrati, intervenendo sulla formazione mirata per coinvolgerli sull’organizzazione del lavoro e favorire una loro effettiva integrazione non solo attraverso il reclutamento al Sindacato, che rappresenta certamente il core business della CGIL, ma anche ed essenzialmente inserendoli a pieno titolo negli organismi dell’Organizzazione politici ed esecutivi, nella convinzione che i lavoratori immigrati costituiscono un arricchimento culturale ed umano della nostra società e non semplicemente una risorsa utile all’economia del nostro Paese che è la filosofia della legge Bossi/Fini.
Su questa strada intendiamo muoverci per il futuro.
Ma vi sono altri temi, non meno importanti che sono oggetto di discussione ed approfondimento nella prossima conferenza di organizzazione.
RUOLO DEI SERVIZI
La Filcams storicamente, così come altre categorie, è parte integrante dell’intero sistema dei servizi CGIL anche per il peso crescente che assumono le azioni di tutela individuale e collettiva. La decisione di riportare dentro il dipartimento dell’organizzazione il coordinamento dei servizi deve comportare una maggiore e migliore integrazione tra i diversi livelli dell’organizzazione per migliorare la qualità delle nostre prestazioni ed ampliare il consenso per la nostra organizzazione.
Non voglio soffermarmi sull’attività dell’INCA, del CAAF, degli Sportelli Immigrati e delle altre verticalità che compongono il sistema (UVL, SOL, ecc.) ma evidenziare le difficoltà della Filcams nello sviluppare l’azione di rappresentanza e di tutela verso le lavoratrici ed i lavoratori che rappresenta.
L’attuale situazione degli uffici vertenze è abbastanza variegata nelle diverse realtà territoriali. Avvertiamo l’esigenza di lavorare per un processo di integrazione con il sistema dei servizi che includa esplicitamente le categorie nella gestione organizzativa dell’ufficio vertenze.
In buona sostanza la Filcams deve poter essere l’interfaccia diretta delle lavoratrici e dei lavoratori che si rivolgono alla nostra organizzazione sui temi contrattuali e normativi la cui titolarità è della Filcams, rispetto ai quali la professionalità e responsabilità dei nostri gruppi dirigenti sono consolidate ed in grado di offrire prestazioni e servizi puntuali e coerenti con le scelte contrattuali effettuate.
BILATERALITA’
Agli aspetti connessi alla bilateralità abbiamo dedicato un seminario di approfondimento ed assunto orientamenti e scelte vincolanti per l’Organizzazione i cui risultati e le conseguenze sulla gestione politica ed operativa all’interno degli Enti Bilaterali, dovranno essere oggetto di discussione, precisazione ed arricchimento in tutte le fasi della conferenza di organizzazione.
RAPPORTO CON SINDACATI INTERNAZIONALI.
Non possiamo dichiararci soddisfatti relativamente al modo di operare degli organismi sindacali internazionali ai quali siamo associati. Così come appare ancora molto debole il ruolo e la funzione dei CAE.
E’ quanto mai necessario un più incisivo protagonismo della Confederazione e delle Categorie sui temi della contrattazione Europea, sul ruolo del Dialogo Sociale Europeo, e sull’introduzione di regole più idonee a migliorare la qualità del confronto all’interno dei CAE con le multinazionali.
RAPPORTI CON CISL ED UIL
RAPPORTO CON LA POLITICA ED AUTONOMIA
Quello dell’unità sindacale, che non possiamo dire goda ottima salute per le ragioni che conosciamo, è un tema che non può essere disgiunto dall’autonomia dalla politica.
In questi ultimi anni stiamo assistendo ad una progressiva debolezza della rappresentanza politica e dei partiti nel nostro Paese. Le ultime vicende che coinvolgono i partiti storici del panorama politico italiano, la costituzione di nuovi soggetti politici all’interno dell’attuale centrosinistra, dalla Margherita a Rifondazione Comunista rappresenta una rilevante novità a cui guarda con molta attenzione il gruppo dirigente della CGIL.
Non pensiamo e non possiamo essere indifferenti alla vita politica del nostro Paese, in quanto è con il mondo politico che dobbiamo affrontare e, possibilmente risolvere i problemi dei lavoratori e dei pensionati italiani ma questo non può e non deve significare la rinuncia alla nostra autonomia.
Tuttavia, avvertiamo sempre più frequentemente la sensazione diffusa tra i nostri delegati, di una sorta di incapacità della politica di rappresentare pienamente i bisogni ed i diritti della collettività, una superficiale attenzione sui temi del mondo del lavoro impongono un’attenta riflessione sul rapporto storicamente inteso tra i partiti e le OO.SS. (Contratti, pensioni, 12 maggio, ecc.)
Una riflessione che deve porsi come obiettivo finale il rafforzamento dell’autonomia del Sindacato dalla politica senza precipitare nell’indifferenza, privilegiando il consolidamento e la tutela dei diritti e degli interessi che rappresentiamo, ed individuando nuove regole per una nuova prospettiva di unità sindacale.
Si avverte molto pessimismo intorno a noi ma non possiamo scadere nella rassegnazione alla ineluttabilità della divisione del mondo del lavoro. La mia opinione è che il movimento sindacale ha superato momenti molto più difficili a partire dal secondo dopoguerra: le scissioni, le divisioni nelle fabbriche, la vertenza di San Valentino, l’accordo separato del 5 luglio 2001. Momenti che abbiamo saputo affrontare con coraggio nell’interesse di tutto il mondo del lavoro.
Penso che l’attuale fase politica, certamente difficile, ci deve vedere impegnati a costruire un nuovo progetto politico per rilanciare il rapporto unitario con CISL e UIL alla cui base non può che esserci la centralità degli interessi del mondo del lavoro accompagnata ad una convinta autonomia politica.
STATUTO REGOLE E POLITICA DELLE RISORSE.
Su temi suddetti persistono elementi di criticità e difficoltà che vanno affrontati e possibilmente superati.
Le attuali regole per l’elezione dei gruppi dirigenti debbono essere rivisitate per renderle più coerenti con i bisogni di un’Organizzazione complessa come la CGIL .
Occorre a mio parere individuare:
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una nuova politica di quadri finalizzata, in coerenza con quanto affermato alla manifestazione dei giovani del 9 maggio, al rinnovamento ed al ringiovanimento del gruppo dirigente della CGIL;
una politica di formazione continua che coinvolga l’intero gruppo dirigente a partire dai quadri eletti nelle RSU/RSA;
una maggiore attenzione alle particolari condizioni contrattuali ed all’esigenze professionali delle singole categorie.
La regola rigida degli otto anni, pur necessaria, ha generato in alcuni casi una tendenza all’attendismo, una preoccupante delegittimazione interna ed esterna dei compagni interessati alla mobilità, la ricerca di collocazioni autonome interne ed esterne all’Organizzazione ed altri fenomeni non sempre in linea con l’etica e la responsabilità di organizzazione.
Sono aspetti che vanno corretti attraverso una preventiva, attenta, programmata politica dei quadri che blocchi sul nascere qualsiasi degenerazione.
E’ altrettanto necessario, a mio parere, introdurre alcune modifiche regolamentari:
prevedere tra i centri regolatori le Camere del lavoro Territoriali;
la proposta per l’elezione delle Segreterie deve essere formulata di concerto tra il Segretario Generale ed i centri regolatori corrispondenti;
evitare il ricorso alla consultazione che deve rappresentare una scelta discrezionale e i centri regolatori al solo scopo di individuare l’entità del consenso sulle proposte;
confermare le modalità di voto segreto per l’elezione del Segretario generale e della Segreteria;
come previsto dallo Statuto della CGIL prevedere forme di responsabilità civile e penale per i dirigenti sindacali che adottano decisioni amministrative al di fuori delle decisioni degli organi competenti:
Il problema, infine, legato al reperimento ed alle gestione delle risorse economiche merita una riflessione ed un’attenzione molto più attente del passato. Ogni decisione deve essere improntata al rigore, all’etica, alla responsabilità di tutti e di ciascuno dei dirigenti dell’organizzazione. Il principio di solidarietà, sempre fondamentale nel rapporto tra i diversi livelli dell’Organizzazione, non può essere disgiunto dal controllo, dalla trasparenza e dalla condivisione delle scelte di utilizzo delle risorse economiche, nel rispetto della autonomia giuridica ed amministrativa di tutte le strutture confederali e di categoria.
PERCORSO CONFEDERALE E DI CATEGORIA.
Per tutto il mese di maggio i gruppi di lavoro suddivisi per 8 aree tematiche stanno lavorando alla definizione di una prima bozza di documento a maglie larghe che sarà discusso in un’apposita riunione del C.D. della CGIL prevista per la seconda metà del mese di giugno.
Il Direttivo nominerà una commissione politica mista tra i membri del direttivo ed i responsabili di organizzazione che approfondirà i contenuti della bozza che eventualmente integrata ed arricchita verrà sottoposta ad una nuova riunione del C.D. riconvocato per i primi giorni del mese di luglio che approverà il documento definitivo che sarà discusso in tutte le istanze della conferenza organizzativa.
Il percorso ipotizzato è quello indicato nel regolamento che vi abbiamo consegnato, che prevede, a partire dal prossimo mese di settembre, il seguente percorso:
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Comitati di categoria territoriali allargati ai posti di lavoro;
Assemblea di organizzazione categoria regionali;
Assemblea d’organizzazione categoria nazionali;
Conferenza di organizzazione confederale nazionale.
Essenziale in proposito come dicevo all’inizio, è il ruolo che si propone di svolgere la Filcams CGIL in preparazione della Conferenza d'Organizzazione, con quali proposte e su quali temi intende portare il suo autonomo contributo alla preparazione del documento che sarà proposto al comitato direttivo della CGIL previsto per il prossimo mese di giugno.
In proposito pensiamo di convocare entro il prossimo mese riunioni seminariali per approfondire i temi della conferenza anche alla luce dei contributi che scaturiranno dal dibattito di questi giorni.
Il Comitato Direttivo Nazionale della Filcams sarà convocato subito dopo quello confederale per approvare forme e modalità della nostra partecipazione alla conferenza organizzativa.