5/10/2009 ore: 9:56

Difendere il lavoro e i diritti

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Il contratto è scaduto da più di 9 mesi, ma le trattative non sono ancora iniziate. A rallentare il rinnovo dei 35.000 addetti (più altrettanti del cosiddetto ‘portierato’) delle 800 imprese di vigilanza privata, ha contribuito pesantemente l’accordo separato del 22 gennaio. Anche qui, per la prima volta, si va alla presentazione di 3 piattaforme. “Eravamo partiti bene – afferma
Maurizio Scarpa, segretario nazionale Filcams CGIL –, arrivando, alla fine di un percorso unitario, a una serie di proposte comuni: le ritenevamo talmente valide, che il nostro attuale
documento rivendicativo ha ripreso per intero quei contenuti, con l’aggiunta dell’incremento retributivo di 145 euro, elaborato senza riferimenti a Ipca o inflazione programmata, ma sulla base di un’autonoma valutazione. Fisascat e Uiltucs hanno rifiutato il dialogo con noi, preferendo applicare la riforma contrattuale in modo così rigido da non riuscire a formulare
neanche la richiesta salariale”. La Filcams ha messo a punto una propria ipotesi di piattaforma, dove al primo posto c’è il campo di applicazione: “È un aspetto basilare – osserva Scarpa
–, per dare dignità contrattuale al nuovo status professionale, che equipara le guardie giurate decretate, cioè armate, a coloro che operano in servizi di controllo passivo senza decreto. Oggi
il contratto è applicato solo alle prime, pari al 50% degli addetti, e da tempo ne chiediamo l’estensione agli altri”. Appalti e sicurezza, gli altri punti chiave. “I cambi d’appalto vanno regolamentati – rileva Scarpa –, con l’obbligo per l’azienda che subentra a reintegrare il personale precedentemente in servizio con il mantenimento di tutti i diritti. Sulla sicurezza, sollecitiamo controlli psicofisici ai lavoratori, per via dei turni pesantissimi che sopportano, previsti per contratto, ma largamente disattesi dalle imprese”. La piattaforma sarà definitivamente approvata l’8 ottobre dall’assemblea dei quadri e delegati dell’organizzazione, dopo la fase di consultazione dei lavoratori. “Tutto il contrario di Cisl e Uil – sottolinea Scarpa , che non hanno sottoposto le loro piattaforme al vaglio dei propri iscritti, contravvenendo al mandato ricevuto dal coordinamento unitario del 15 dicembre 2008”.