16/3/2023 ore: 16:57

Mense scolastiche: un lavoro povero

L'intervento di Simona Frezzato delegata Filcams Cgil Roma Lazio

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“Sono una delegata delle mense scolastiche di Roma Capitale. Un mega appalto organizzato su 15 lotti, oltre 4000 addetti, per lo più donne. Il servizio che offriamo è parte integrante del percorso formativo delle bambine e dei bambini.” 
Simona Frezzato, delegata Filcams Cgil Roma Lazio è intervenuta al XIX Congresso della Cgil Nazionale.
“Nonostante il nostro sia un servizio pubblico a tutti gli effetti, il sistema scolastico e gli enti locali, attraverso gli affidamenti, scaricano i costi di questo servizio sul sistema degli appalti e le offerte al massimo ribasso: quei costi li paghiamo noi, con le nostre braccia.
Il risultato ha un nome: lavoro povero. Questo a causa di un diffuso utilizzo del part time involontario e di parametri orari bassi. Siamo lavoratori poveri che offrono un servizio di eccellenza, che contribuisce alla crescita e alla salute di un’utenza che in alcuni casi trova solo nella refezione scolastica la garanzia di un pasto sano.
La compressione dei costi non ricade solo sui nostri salari ma anche sulla qualità del nostro lavoro. Mancate manutenzioni, luoghi di lavoro insicuri, carichi di lavoro in aumento. Sono tutti fattori che influiscono sulla salute delle lavoratrici e dei lavoratori, in un settore in cui non sempre il turn over garantisce adeguati organici. L’invecchiamento del personale peggiora la condizione di chi lavora."

"Il sindacato è l’unico elemento di tutela in questo sistema che non sempre garantisce salute e sicurezza per chi lavora. Ma da solo non basta. Servono le istituzioni, regole e tutele più efficaci.
Se da una parte dobbiamo agire per difendere i salari di chi offre servizi pubblici, dall’altro non possiamo non porci il problema di una generale riforma del sistema degli appalti.

Il nostro è un settore in cui il part time involontario è generalizzato. È un part time per altro ciclico, quindi legato al calendario scolastico. Questo comporta una sospensione del lavoro e della retribuzione per periodi lunghi, soprattutto nella stagione estiva. In questi anni la Cgil e le sue categorie, tra cui la mia Filcams, hanno condotto una battaglia per riconoscere a noi part time verticali ciclici il diritto alla contribuzione ai fini pensionistici e il diritto a un sostegno al reddito che garantisca un sollievo a chi resta privo di reddito nonostante lavori.
È il famoso bonus 550 euro. Essere arrivati a far riconoscere quel bonus ha creato molte aspettative. Finalmente la questione del salario per chi opera nel nostro settore è stata affrontata, anche se con uno strumento temporaneo. Ma si rischia un effetto contrario, vista la doccia fredda di questi mesi. Su 60mila domande, al momento, solo 10mila sono state accolte, per problemi tecnici che l’Inps non ha ancora risolto.”
Mentre continuiamo a chiedere che si intervenga per sbloccare la situazione, dobbiamo rilanciare la battaglia per riconoscere un sostegno al reddito stabile, una sorta Naspi per chi nonostante abbia un rapporto a tempo indeterminato, non percepisce stipendio durante le sospensioni.
A Roma la Filcams ha guidato un’importante vertenza per le colleghe e i colleghi di Roma Multiservizi, un difficile percorso di internalizzazione. Un risultato importante che va coltivato e valorizzato.
Il nostro slogan “stesso lavoro, stesso salario, stessi diritti” contiene in se un principio che va difeso. Penso che tutti i lavoratori, a partire da quelli che garantiscano servizi pubblici abbiano diritto a una stabilità che non sia messa in discussione ad ogni cambio appalto. Nel nostro caso, grazie ad un accordo sindacale, siamo riusciti nel 2022 ad evitare oltre 100 licenziamenti e a garantire durante l’anno (nelle pause natalizie ad esempio) continuità nel salario. Ma l’incertezza sul futuro che vive la mia categoria va combattuta.
Il nostro è un settore quasi esclusivamente femminile. Le mie colleghe sono spesso donne sole, fanno parte di nuclei familiari monoreddito. Siamo l’esempio di “persone che per vivere hanno bisogno di lavorare”.
Riprendendo le parole di Maurizio Landini, e rirendendo la storia di Olga, penso che come Olga tutte noi dobbiamo fare una piccola grande “rivoluzione”: garantire a tutte, a Olga e a Simona, pari diritti, uguaglianza, condizioni di lavoro dignitose, salute e sicurezza degli ambienti di lavoro, pausa retribuita, dignità, formazione.”

Il video dell'intervento, QUI: https://youtu.be/_eZR5ncxwQc