24/2/2023 ore: 15:05

Pubbliservizi Catania: rischio licenziamento per i 333 dipendenti

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Prima il commissariamento, poi la procedura fallimentare ed ora il licenziamento collettivo per cessazione attività.
Non c’è pace per i 333 dipendenti della Pubbliservizi, società partecipata della città metropolitana di Catania che da più di 2 anni non riesce a trovare una stabilità.
Le lavoratrici e i lavoratori che si occupano dei servizi essenziali per la città (dalla manutenzione alla pulizia degli istituti scolastici) dopo un’assemblea, sono in stato di agitazione per cercare di scongiurare i licenziamenti previsti per il 31 marzo. 
Venerdì 24 febbraio si è tenuto un incontro con i commissari liquidatori della società di servizi essenziali nel corso della quale è stato avviato un primo confronto previsto dalla procedura, ma visto l’esito è stato confermato lo stato di agitazione e saranno organizzate altre giornate di mobilitazione.
“Oggi avviamo un percorso che dovrà assicurare delle garanzie occupazionali per le persone che operano nella Pubbliservizi. – il segretario generale della Cgil, Carmelo De Caudo, e il segretario generale della Filcams Cgil, Davide Foti, - Catania non può permettersi questa ennesima sconfitta.”
Una gestione poco trasparente, diverse inchieste e condanne per uso improprio di soldi pubblici, “iIl fallimento giudiziale” prosegue Foti, “rispecchia la disfatta delle istituzioni sia politiche che tecniche e arriva in un momento di grande crisi del territorio catanese.”
La procedura di licenziamento è stata depositata il 17 febbraio scorso ed entro la fine di marzo è indispensabile trovare una soluzione per i lavoratori, gli unici a farne le spese di una mala gestione pluriennale.
La Filcams e la Cgil, insieme alla Cisl e la Fisascat, hanno richiesto un incontro urgente al Presidente della Regione che qualche giorno fa ha proposto la costituzione di una società speciale che possa, da un lato garantire il servizio e dall’altro tutelare il lavoro. 
“Sono tanti i dubbi che vorremmo chiarire con questa convocazione” affermano i segretari generali, “nella speranza che la Presidenza veda nelle parti sociali un’occasione di collaborazione e concertazione senza la quale difficilmente si potranno garantire salari e stipendi. Solo così si potrà ripartire con trasparenza e controllo per evitare i gravi errori già compiuti”.