Serrata degli alberghi a Firenze, la condanna della Filcams
Per la categoria un’iniziativa fuori luogo, con gravi ripercussioni per i lavoratori
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Un’iniziativa illegittima e fuori luogo, che avrebbe gravi conseguenze per i lavoratori del settore. È netta la risposta di Maurizio Magi, segretario generale della Filcams Cgil Firenze, alla notizia affidata alla stampa di una imminente serrata degli alberghi cittadini.
Il movimento, capitanato dal proprietario degli hotel Torre Guelfa e Pendini, avrebbe raccolto l’adesione di un centinaio di strutture, ma punterebbe a raddoppiare il numero. Un’iniziativa sopra le righe, che a Magi ricorda un precedente simile, quello sciopero fiscale “per fortuna solo vagheggiato qualche tempo fa”, una paventata azione di rottura del patto della comunità dove, ricorda il segretario, “le tasse si pagano, come le pagano i dipendenti”.
“Invitiamo piuttosto le associazioni datoriali fiorentine tutte del settore a replicare, insieme alle organizzazioni sindacali territoriali e, auspicabilmente, alle istituzioni della città ciò che, a livello nazionale, è già stato più volte messo in atto in questi giorni – puntualizza Magi – e cioè la richiesta formale congiunta al Governo di una proroga degli ammortizzatori sociali con causale Covid almeno fino al 30 giugno 2022”.
Per la Filcams questo è l’unico strumento sensato da impugnare in un frangente così difficile.
La riforma degli ammortizzatori sociali, che vede un ampliamento della platea dei beneficiari, rappresenta un importante passo avanti, osserva Magi, “ma ci vorrà del tempo prima che vada a regime e sono ancora necessari gli ammortizzatori sociali con causale Covid”.
È questa la strada per passare gradualmente al nuovo sistema di ammortizzatori, “garantendo la continuità occupazionale ai lavoratori impiegati, preservando le professionalità del settore e consentendo così la ripresa delle attività in sicurezza quando la fase di picco della pandemia sarà superata”.
Questo non significa sottovalutare i disagi ormai disperanti dei datori di lavoro del comparto alberghiero, difficoltà che in una città come Firenze sono amplificate dalla preponderanza che è stata attribuita al sistema turistico, come fosse l’unico motore dell’economia. Perché Firenze, nonostante il suo profilo storico, culturale e artistico non ha questa unica vocazione, “Firenze è anche manifattura, industria, è la città del Nuovo Pignone e della Galileo” tiene a ricordare Magi, e nell’estrema proliferazione dell’offerta turistica degli ultimi anni, che è arrivata a compromettere la qualità della vita cittadina, ci sono anche precarietà e lavoro nero, per non parlare della frequente ambivalenza delle strutture alberghiere, divise tra i proprietari di immobili spesso di alto pregio storico e i gestori che conducono l’attività: i primi ne ricavano comunque una rendita, i secondi sono in prima linea, ad affrontare la crisi più cupa e profonda che si ricordi.
E una chiusura generale non porterebbe alcun beneficio, conclude Magi, potrebbe solo togliere ancora, a partire dai lavoratori, "che si vedrebbero privare di quanto è loro contrattualmente dovuto”.