Vigilanza privata, un settore che merita maggiori attenzioni e dignità
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L’ennesimo assalto ad un furgone portavalori, qualche giorno fa in Sardegna, riaccende i riflettori sugli enormi problemi che lavoratrici e lavoratori della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza affrontano quotidianamente nell’esercizio dei compiti loro affidati.
Una forza lavoro sottovalutata, che fa i conti coi rischi legati alla professione cui viene delegata sempre più spesso la sicurezza dei luoghi che frequentiamo quotidianamente dagli istituti bancari ai centri commerciali, e in tutti quei luoghi dove l’applicazione della legge viene affidata in appalto al settore privato della vigilanza. Una professione sottopagata, con un contratto di lavoro scaduto e con trattative di rinnovo che si protraggono, a vuoto, da ormai oltre sette anni.
Se pensiamo che la complicata situazione lavorativa delle oltre 100mila guardie giurate e addetti ai servizi di sicurezza sia una condizione tutta italiana, si viene però tratti in errore. L’affidamento ai servizi privati di vigilanza di mansioni altrimenti in capo alle forze dell’ordine è un fenomeno ormai globale, come evidenziato anche in forma artistica alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia appena conclusa. Il lavoro del vigilante è assurto al rango di arte grazie alla performer artist finlandese Pilvi Takala, che ha realizzato Close Watch, una videoinstallazione basata sulla propria esperienza (in incognito) di vigilante per la multinazionale svedese Securitas (presente in 45 stati con più di 360.000 dipendenti nel mondo) in uno dei più grandi centri commerciali della Finlandia. Il video è stato presentato nel Padiglione finlandese, allestito in due settori, con specchi semitrasparenti che mettevano i visitatori nella condizione di essere controllati e controllori a seconda del lato espositivo in cui venivano a trovarsi.
Dalla presentazione dell’opera:
“La nuova opera commissionata a Pilvi Takala per il padiglione della Finlandia alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, si basa sull’esperienza dell’artista nel settore dei servizi di sicurezza privata, dove ha lavorato segretamente come guardia qualificata a pieno titolo per Securitas. L’installazione video si sviluppa attorno ad alcuni workshop che Takala ha realizzato in risposta ai problemi riscontrati sul lavoro, durante il suo impiego in uno dei centri commerciali più grandi della Finlandia. (…)
Close Watch prende il via dall’inchiesta costante delle strutture sociali da parte di Takala. In quest’opera l’artista fa luce sulla forza lavoro sottopagata, sottovalutata e sottoregolamentata delle guardie che devono affrontare dubbi etici per lavorare in modo responsabile, dentro ruoli appresi quasi interamente sul posto di lavoro e trasmessi dai colleghi più esperti. (…)
Durante un workshop di tre giorni sviluppato e facilitato in collaborazione con una pedagogista teatrale in linea con il metodo del Forum Theatre partecipativo che coinvolge le dinamiche di potere, Takala con cinque ex-colleghi e tre attori ha rimesso in scena situazioni di lavoro passate, derivate dalla sua ricerca sul campo. Sperimentando risposte alternative all’uso eccessivo della forza, al linguaggio a sfondo razzista o al comportamento tossico, si è riflettuto sui ruoli e le responsabilità del personale di sicurezza che, per mantenere l’ordine, esercita potere su altre persone”.
La Filcams Cgil continua il suo impegno per migliorare le condizioni dei lavoratori della Vigilanza privata e dei Servizi Fiduciari a partire dal rinnovo del Contratto Nazionale a condizioni migliori ma anche per il riconoscimento del valore, dell'importanza e della dignità di questo lavoro indispensabile alla società come dimostra l'attenzione posta dall'autrice finlandese nella sua opera e come ha dimostrato l'esperienza pandemica recentemente vissuta.