16/3/2023 ore: 11:09

Nel mondo del lavoro il tema della disabilità è un tema scomodo

L'intervento di Marco Lostia delegato della Filcams Cgil Cagliari

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“Mi chiamo Marco Lostia, sono un RSA presso un'azienda che opera nel settore del commercio, e sono un componente del Coordinamento Nazionale dell'Ufficio Politiche per la disabilità della CGIL.”
Marco Lostia delegato della Flcams Cgil Cagliari è intervento oggi a Rimini al XIX Congresso della Cgil. 
“Nel mondo del lavoro il tema della disabilità è un tema scomodo che solitamente si tende solo a menzionare ma non ad affrontare perché si contrappone a quello di coloro che non vi appartengono.
Per questa ragione dobbiamo fare nostro quanto scritto nel documento Congressuale dove afferma che “la contrattazione collettiva a tutti i livelli e la solidarietà sono gli strumenti che possono permettere alle lavoratrici e ai lavoratori, tramite l'azione Sindacale, di migliorare le loro condizioni di lavoro e di partecipare all'organizzazione politica, economica e sociale del paese, per affermare una pari dignità tra lavoro e impresa ed una reale giustizia sociale.
Questo significa che il successo delle nostre richieste sta nel nostro agire contrattuale. Ma questo non basta soprattutto per quanto riguarda il mondo della disabilità.
Dobbiamo impegnarci a far sì che l'atteggiamento assunto verso le lavoratrici e i lavoratori disabili, sia da parte delle aziende ma, soprattutto, da parte degli stessi colleghi di lavoro, cambi, come deve cambiare quello verso quei lavoratori che assistono familiari disabili.
Dobbiamo iniziare a far passare il messaggio tra i nostri compagni e colleghi che le lavoratrici e i lavoratori disabili o che assistono i loro cari non sono dei privilegiati perché è loro permesso di non lavorare la domenica o nei giorni festivi, come prevede la legge 104 del 92 o il nostro Contratto Collettivo, nel settore del commercio, all'articolo 153, ma un segnale di grande civiltà che il legislatore da una parte e sindacato e parti datoriali dall'altra hanno mostrato difendendo e tutelando i diritti delle fasce più deboli della società, ed oggi, più di ieri, ci dobbiamo impegnare a far sì che venga eliminata ogni forma di discriminazione, come, invece, purtroppo, ancora oggi avviene verso loro.
Pensate alle lavoratrici disabili la cui situazione lavorativa è caratterizzata da una duplice discriminazione: - la discriminazione di genere, in quanto donne, e la discriminazione in quanto disabili, creando un effetto moltiplicatore su tutte le problematiche che ne derivano. 
Un dato sintetizza quanto ho appena detto, le lavoratrici disabili sono il 17% in meno rispetto agli uomini, spesso vittime di sessismo e di pregiudizi sulla loro disabilità e produttività lavorativa, il più delle volte sono part time involontarie, situazione questa che crea loro serie difficoltà economiche e familiari 
Ricordiamoci che se coniugare le esigenze familiari con quelle lavorative è un'impresa difficile per tutti lo è ancora di più per le lavoratrici e i lavoratori disabili o che assistono un familiare disabile. Tra queste difficoltà, gioca un ruolo fondamentale la sede di lavoro.
Anche in questo caso non è un privilegio il fatto che, per quanto riguarda, la scelta della sede di lavoro, la richiesta di trasferimento, il rifiuto al trasferimento, intervengano, a loro tutela, gli articoli 21 e 33 della Legge 104 del 1992. In particolare, i commi 5 e 6 dell'articolo 33 prevedono che questi lavoratori non possano essere trasferiti senza il loro consenso ad altra sede.
E bene ricordare che, grazie anche all'applicazione di queste norme, nella società attuale si sia finalmente preso atto che i disabili non sono una difficoltà o un costo, ma una risorsa in quanto contribuiscono a rendere migliore la qualità della vita di tutti, se messi nella condizione di raggiungere traguardi importanti che permettano loro di conquistare l'autostima necessaria per sé e le proprie famiglie. 
Per questa ragione è importante che nei prossimi rinnovi contrattuali si preveda un osservatorio, composto da rappresentanze sindacali, da parti datoriali e da operatori specifici specializzati, che possa seguire progetti di accomodamento ragionevoli per il lavoratore disabile, progetti di sviluppo di carriera, che ponga all'attenzione del datore di lavoro richieste di ausili specifici, di flessibilità oraria, offrendo supporto ai lavoratori disabili o affetti da malattia cronica con la funzione di ottimizzarne le prestazioni professionali limitando gli effetti negativi della malattia sulla performance per meglio accompagnare il disabile nell'inserimento, negli sviluppi di carriera, negli accomodamenti ragionevoli, nella realizzazione di sé e nella produttività del lavoro. 
Oppure, nelle realtà più piccole, introducendo la nuova figura professionale del disability Manager, il quale svolgerebbe la funzione di responsabile dell'inserimento lavorativo dei lavoratori disabili, collaborando con gli addetti alla sicurezza, alla prevenzione degli infortuni e le rappresentanze sindacali per affrontare eventuali problemi sotto due punti di vista.
Quello oggettivo, valutando il luogo di lavoro in modo che sia adeguato ad accogliere la persona disabile individuando le condizioni ambientali adatte a favorirne il suo ingresso o l’eventuale ritorno, eliminando o riducendo eventuali ostacoli alla sua autonomia, studiando gli accorgimenti utili per la postazione e gli strumenti di lavoro in un'ottica di accessibilità, strutturando adeguati processi di cambiamento nell'organizzazione aziendale.
Quello soggettivo, connesso alla soddisfazione lavorativa e ai rapporti con i colleghi, previene possibili conflitti individuando le fonti del disagio che potrebbero portare a forme di discriminazione diretta e indiretta, cerca di diffondere una cultura della diversità eliminando, o perlomeno riducendo, quella visione e quei preconcetti, di cui ho già detto, che spesso si hanno riguardo alle minori capacità lavorative, oltre che ai meccanismi autoindotti, legati al mutamento delle condizioni di prestazione dell'attività lavorativa, perché e dimostrato che, laddove i bisogni del lavoratore sono poco ascoltati, all'interno del luogo di lavoro, o dove risulta essere tollerato ma non integrato, esso tende a porre in essere comportamenti che lo portano, nel lungo periodo, ad allontanarsi e ad isolarsi dalla realtà aziendale. 
Concludo con un ultima riflessione, so di essere ripetitivo ma è necessario mantenere sempre alto il livello di attenzione, ricordare che deve essere profuso un impegno maggiore, da parte nostra, al fine di abbattere la cultura dell’indifferenza e della discriminazione, sensibilizzando tutti alle tematiche della disabilità, promuovendo una profonda riflessione ed una maggiore presa di coscienza sulle difficoltà incontrate sia dalle persone con disabilità, sia dai Lavoratori che assistono i loro cari, procedendo verso il superamento delle barriere culturali per poter giungere ad una efficace inclusione sociale e ad una società migliore.
Spero, con questo mio intervento, di aver dato un contributo ai lavori del nostro Congresso.
Vi ringrazio per l'attenzione e auguro buon lavoro a tutti.”

Il video dell'intervento, QUI: https://youtu.be/x7VJVnshzNg