6/6/2022 ore: 12:09

Addetti musei Milano, siglato accordo con il Comune

Lavoratrici e lavoratori avranno finalmente il contratto del comparto e uno stipendio dignitoso

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Sono quattro anni che gli addetti ai servizi di accoglienza dei musei civici e delle biblioteche milanesi sono costretti a lavorare con il contratto dei servizi fiduciari e con una paga oraria bassissima. Si tratta di 200 lavoratrici e lavoratori, per lo più con contratti part-time e quindi buste paga intorno ai 500 euro mensili, e almeno la metà di loro ha un rapporto di lavoro a chiamata. Sarà così ancora per sei mesi, poi le cose cambieranno, perché in vista dell'imminente avvicendamento di appalto sindacati e lavoratori sono tornati a protestare contro l'applicazione di un contratto che non ha niente da spartire con il lavoro nei musei, e in genere negli spazi della cultura, a meno che non si voglia forzatamente considerare la sorveglianza delle sale museali o delle sale di lettura una forma di vigilanza non armata.
Ma non era certo su un cavillo semantico che si giocava l'equivoco contrattuale: l'ultima ditta aveva dichiarato, quattro anni fa, che considerati gli scarsi fondi dei bandi, non poteva che applicare quel contratto, molto meno costoso di quello del settore cultura.

"Una scelta che avevamo già contestato nel 2018 - racconta Roberta Griffini, segretaria Filcams Milano - e la cui responsabilità era sia dell'azienda subentrante, che proponeva un contratto non di settore, sia del Comune, che costruiva il bando su una base d'asta con cifre molto basse". Ma a Milano, proprio nel 2018, "Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un protocollo appalti con il Comune, confermato poi nel 2021, che contiene delle clausole di salvaguardia del lavoro che dovrebbero essere inserite nei bandi di gara", spiega Griffini.
"Abbiamo iniziato a chiedere un incontro con il Comune un anno fa, ma non siamo mai riusciti ad aprire una trattativa e a fine marzo abbiamo lo stato di agitazione". Il Comune finalmente risponde alle sollecitazioni, ci sono i primi incontri, ma ancora niente di concreto. Si parla di problemi di bilancio. Ma i lavoratori sono arrabbiati, racconta la segretaria Filcams. In occasione del primo maggio il sindaco parla di retribuzioni troppo basse nel nostro paese, dichiarazioni alle quali fanno poi seguito, in giorni più recenti, quelle dell'assessore e del nuovo direttore del polo museale sull'importanza della cultura a Milano e l'intenzione di ripartire proprio dai musei: difficile mettere insieme queste osservazioni e la retribuzione percepita dalle lavoratrici e dai lavoratori dei musei, che non vedono riconosciute le loro competenze specifiche, a partire dalla conoscenza delle lingue.

"Abbiamo deciso quindi per un pacchetto di iniziative, tra queste l'assemblea pubblica che avremmo dovuto tenere davanti a Palazzo Marino il 31 maggio, che sarebbe stata seguita a breve da otto ore di sciopero". Alla vigilia dell'assemblea arriva la convocazione del Comune e la situazione si ribalta. "Ci hanno fatto una proposta di accordo che abbiamo sottoscritto unitariamente, che prevede innanzitutto la garanzia occupazionale per tutti i lavoratori con il prossimo cambio di appalto, che sarà posticipato di sei mesi per poter preparare il nuovo bando, per il quale sarà preso a riferimento nil Ccnl Federculture, a parità di monte ore e per tutti gli addetti, anche i molti con contratto a chiamata" spiega Griffini. 
Garanzie e tutele, nero su bianco. "È quello che chiedevamo, siamo soddisfatti. Si tratta sicuramente di un risultato importantissimo, frutto della contrattazione d'anticipo. Sono contenti anche i lavoratori, che avranno finalmente uno stipendio dignitoso". Bisogna aspettare ancora sei mesi perché l'accordo diventi operativo, con la prossima gara. "Li utilizzeremo per verificare che il bando venga costruito bene - conclude la segretaria - e l'aggiudicazione avvenga con un effettivo controllo sull'operato della nuova azienda appaltante, verificando che applichi effettivamente quanto previsto".