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ADECCO: PRIMO SCIOPERO NAZIONALE NELLA MAGGIORE AGENZIA DI LAVORO INTERINALE: PER FARSI PAGARE LO STRAORDINARIO

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31 marzo 2005

ADECCO: PRIMO SCIOPERO NAZIONALE NELLA MAGGIORE AGENZIA DI LAVORO INTERINALE: PER FARSI PAGARE LO STRAORDINARIO

Il primo sciopero nazionale nella più importante agenzia di lavoro interinale, in Italia e in Europa, la svizzera Adecco, è stato proclamato per venerdì 22 aprile. Quattro ore a fine giornata, dunque il pomeriggio, per forzare un rapporto con l’azienda che al momento – «è necessario dire le cose come stanno», dice Massimo Nozzi che alla Filcams segue questo settore – è del tutto squilibrato verso logiche aziendaliste e parasocietarie.

Alla decisione dello sciopero, Filcams Fisascat Uiltucs sono arrivate dopo un bel numero di assemblee e il pronunciamento finale del coordinamento nazionale del gruppo.

Motivo del contendere e dell’incomprensione tra le parti sociali il fatto che la direzione aziendale ha impostato per i lavoratori una logica di appartenenza come fossero soci, anziché dipendenti.

L’azienda, spiegano i sindacalisti, non paga straordinari. Si può lavorare al di là dell’orario di lavoro, il sabato, la domenica, ma la busta paga non cambia. Tuttavia, alla fine dell’anno quegli straordinari possono essere pagati. Oppure no. Dipende.

Il fatto straordinario nella vicenda degli straordinari in Adecco sta nei bilanci della filiale. Perché gli straordinari in Adecco sono incorporati nel premio di produttività. Se la filiale nel corso dell’anno ha prodotto utili, allora ci sarà premio di produttività, lo straordinario è pagato, ma è sottratto dal premio. Se la filiale è in deficit o in pareggio, niente premio, ovviamente, ma anche addio alle ore straordinarie lavorate.

«Sono due visioni e due filosofie incompatibili, quella dell’azienda e quella sindacale – dice Massimo Nozzi –, l’azienda sta tirando verso un sistema di “salario fisso il meno possibile in cambio di maggiore premio variabile”».

Così, per fare un esempio, un secondo livello ha mediamente ricevuto nel corso del 2004 un premio di 5.700,00 euro.

Il sistema di premio prevede un tetto di 20mila euro con anticipi mensili di 700 euro. Un sistema, secondo i sindacati, che mira a dimostrare come i contratti nazionali siano un optional e che il vero guadagno viene dal premio.

«Una carota da conquistare ogni giorno – dice Nozzi –, e una professionalità totalmente disconosciuta e insultata se oscilla da zero euro a ventimila».

«È necessario dire le cose come stanno – aggiunge Nozzi – , bisogna dire che questo sistema è pericolosissimo perché molti giovani, fresca laurea e grandi aspettative, sono affascinati dal meccanismo e indifferenti alla prospettiva della vita adulta e famigliare, incompatibile con un salario oscillante. In questo c’è una pesante responsabilità e un grave cinismo dell’azienda: quando questi giovani cedono, sono spinti alle dimissioni ... e avanti il prossimo».