Auchan Conad situazione drammatica per più di 9mila lavoratori
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L’azienda propone Cassa integrazione e incentivi all’esodo Si è tenuto oggi - 14 febbraio - l'incontro tra Filcams Cgil, Fisascat Cisl, e Uiltucs e Margherita Distribuzione, per definire la riorganizzazione aziendale nel passaggio di Auchan a Conad. Sul tavolo la richiesta di Cassa integrazione straordinaria, presentata ieri, che interessa una platea di quasi 9mila dipendenti in tutta Italia, senza tener conto anche degli oltre 817 dipendenti della sede – diminuiti a 718. L’azienda ha proposto di ricorrere all’applicazione di specifici strumenti di gestione dell’esubero volti ad attenuarne gli impatti sociali ed a garantire per quanto più possibile la salvaguardia occupazionale: un piano di riqualificazione e/o ricollocazione; un piano di mobilità su base volontaria ed incentivata; strumenti di sostegno al reddito e all’occupazione; piano di pensionamento e pre-pensionamento; percorsi di outplacement; percorsi correlati all’attivazione di “politiche attive” per il lavoro; percorsi di imprenditorialità individuale. La fattività delle soluzioni proposte non è stata, però, del tutto chiara e l’azienda si è soffermata maggiormente sulle finalità del ricorso alla Cassa integrazione e all’incentivazione all’esodo. “La mancanza di dettagli sulle effettive possibilità di ricollocazione e sull’efficacia degli strumenti di outplacement sancirebbe di fatto il licenziamento delle lavoratrici e dei lavoratori che non aderirebbero al piano di incentivazione” afferma il segretario nazionale della Filcams Cgil Alessio Di Labio, secondo il quale è opportuno che il confronto sulla cassa integrazione parta da chiarimenti dettagliati sugli esuberi del singolo punto vendita, anche qualificando se fossero esuberi derivanti dalla riduzione del costo del lavoro o da processi di riorganizzazione e riduzione degli spazi commerciali. Contestualmente, è utile verificare in sede Ministeriale quanto proposto dall’impresa, e le organizzazioni sindacali hanno già avanzato richiesta unitaria di incontro al Ministero del Lavoro. “Una situazione davvero difficile, da noi già da tempo denunciata” prosegue Di Labio, “ora è indispensabile definire concretamente i percorsi che l’azienda vuole portare avanti per comprendere le reali conseguenze di questa operazione, che sta ricadendo sulle spalle dei lavoratori.” Il prossimo incontro è previsto per sabato 22 febbraio a Bologna.