Chef Express, basta flessibilità selvaggia
Una sentenza del tribunale di Firenze condanna l'azienda a fornire orari certi per i part-time
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Alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno un contratto part-time deve essere garantito un orario certo, dal momento dell'assunzione.
È quanto ha stabilito una sentenza del tribunale di Firenze, che ha dato ragione a una lavoratrice e ha condannato Chef Express per il mancato riconoscimento di un piano di lavoro giornaliero, mensile e annuale: una flessibilità comoda per l'azienda, che non permette però ai dipendenti in part-time di organizzare altre attività lavorative e disporre liberamente del proprio tempo.
Ad essere leso è il diritto di lavoratrici e lavoratori di avere altre occupazioni "per raggiungere un risultato economico proprio di un'esistenza libera e dignitosa", come indicato dalla Costituzione.
"Una sentenza fondamentale - commenta Maurizio Magi, segretario generale Filcams Cgil Firenze - che ribadisce un diritto generale non solo per le lavoratrici e i lavoratori di Chef Express, ma per l'intero settore, caratterizzato da lavoro part time, spesso involontario, prevalentemente femminile".
Si tratta di part-time che raramente superano le 24 ore settimanali, un orario ridotto che le aziende tendono a gestire con estrema elasticità. Ma la mancanza di una griglia oraria rende impossibile compensare un salario insufficiente con altre entrate, oltre a non permettere di conciliare i tempi di vita e lavoro.
Si tratta dunque di una sentenza importante, che rafforza l'azione contrattuale della categoria nel confronto con le aziende della ristorazione commerciale, collocate in aeroporti, autostrade e in punti nevralgici delle grandi città, dalle quali è più difficile ottenere orari di lavoro concordati, e che si riverbera positivamente, in generale, su tutto il comparto.