Contratti Nazionali Terziario, necessario un cambio di passo
Contenuti associati
Un migliaio di delegate e delegati si sono confrontati online sullo stato delle trattative del Terziario, per il rinnovo dei contratti nazionali, scaduti da più di tre anni.
Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione e Distribuzione Cooperativa sono i 4 tavoli di confronto aperti, dove il negoziato prosegue a rilento.
Le relazioni sindacali e il tema del franchising, la sfera di applicazione e la classificazione del personale sono i temi più affrontati sui quali pesano le richieste delle controparti, mentre da parte sindacale, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs unitariamente, hanno la priorità dell’organizzazione del lavoro e il dare risposte salariali adeguate ai dipendenti del settore.
Dalle richieste di Federdistribuzione di aggiornamento della classificazione del personale, alla proposta di Confcommercio di intervenire su importanti istituti quali i permessi retribuiti, la quattordicesima e gli scatti di anzianità, alla posizione attendista di Confesercenti a quella dilatatoria della Distribuzione Cooperativa: al di là della strategia negoziale che stanno mettendo in atto le diverse parti datoriali, il risultato è il continuo prolungamento dei tempi di rinnovo.
“È necessario raggiungere un accordo in tempi strettissimi, perché abbiamo urgenza di dare un rinnovo contrattuale, un aumento salariale e un aggiornamento del contratto, alle tante lavoratrici e lavoratori in attesa, anche in virtù dei cambiamenti che ci sono stati,” ha affermato Alessio Di Labio, di Filcams Cgil nazionale.
In prima linea durante la pandemia, per sostenere il paese, le lavoratrici e i lavoratori sono stati, prima, definiti eroi, e poi dimenticati, tanto da non voler riconoscere loro diritti e tutele.
“Alcune proposte sono inaccettabili, le timide aperture non sono sostenibili e ancora non c’è una proposta salariale. È necessario liberare il tavolo dalle questioni particolarmente indigeste e trovare presto il dovuto aumento salariale, oppure è evidente che unitariamente dovremmo valutare come rispondere alle associazioni datoriali che non danno riscontro sul rinnovo del contratto nazionale e quali azioni mettere in campo. C’è una dignità del contratto nazionale che non è in vendita.”