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FARMACIE: LA SERRATA CONTRO IL SERVIZIO PUBBLICO, I TITOLARI DI LICENZA DIFENDONO PRIVILEGI CORPORATIVI

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28 luglio 2006

FARMACIE: LA SERRATA CONTRO IL SERVIZIO PUBBLICO, I TITOLARI DI LICENZA DIFENDONO PRIVILEGI CORPORATIVI
«L'azione di Federfarma vuol far pagare ai farmacisti dipendenti la sfortuna di non essere nati nella famiglia giusta»


Per mercoledì 2 agosto (Roma, via Buonarroti 51, ore 20,30) la Filcams ha convocato una riunione di farmacisti dipendenti per fare il punto sulla serrata ad oltranza proclamata da Federfarma.

Alla riunione sarà presente l'AFANT (Associazione Farmacisti Non Titolari), l'organizzazione professionale, non sindacale, di chi in farmacia ci lavora, ma è dipendente.

Gino Viero, farmacista dipendente fino a pochi anni orsono e ora responsabile Filcams della contrattazione nelle farmacie private e pubbliche per Roma e Lazio, dice che è urgente fare chiarezza nell'opinione pubblica circa la qualifica e il ruolo del farmacista «che – afferma – Federfarma ha largamente manipolato per sostenere i privilegi corporativi e medievali dei titolari di licenza».

«Siamo di fronte ad una pura e semplice serrata padronale – dice Viero –, con tentativo di far pagare ai dipendenti i giorni di lavoro persi. Questa serrata è contro il servizio pubblico, tra l'altro in un momento difficile per la popolazione anziana e debole, in concomitanza di numerose chiusure, in città, per i turni di ferie».

Luigi Coppini, responsabile per la Filcams nazionale delle farmacie private e pubbliche, osserva che l'unica dichiarazione di Federfarma, nel merito del decreto, è stata di contrarietà alla presenza del farmacista al banco dei medicinali senza ricetta del supermercato.

«L'associazione sindacale che rappresenta i farmacisti titolari di licenza intende in questo modo – rileva Coppini – il ruolo professionale del farmacista. Per Federfarma la qualifica e la professione di farmacista ha la sola funzione di accesso al ruolo di possessore di un esercizio commerciale. Per questa ragione è contraria al farmacista che esercita la sua professione nel "corner farmacia" del supermercato: lo teme in quanto concorrente».

Per la Filcams, che pure non ha risparmiato riserve al decreto Bersani (lo ha definito «contradditorio», criticando il mantenimento dei « concorsi ottocenteschi» e il divieto alla gestione della farmacia da parte di società), l'apertura di "angoli farmacia" nei supermercati corrisponde all'apertura alla professione per centinaia di farmacisti, con buone possibilità di occupazione per i giovani.

«Anche solo questa parte del provvedimento – dice Coppini – dovrebbe a nostro avviso valere l'appoggio di chi ha a cuore l'andamento dell'intera società. Però capisco quant'è difficile un tale discorso innanzi al privilegio corporativo».

Dunque economia per l'intera società contro economia per pochi privilegiati. Sembra essere questo lo scontro destinato ad allargarsi.

Gino Viero ne è sicuro. «L'azione di Federfarma – dice – vuol far pagare ai farmacisti dipendenti la sfortuna di non essere nati nella famiglia giusta, una famiglia di farmacisti dove "la bottega" te la trovi già fatta, oppure una famiglia miliardaria per poterti così comprare una licenza che appunto, detto in lire, costa qualche miliardo».

Di fronte ai 16mila farmacisti possessori di una licenza commerciale vi sono i 35mila farmacisti che non hanno la titolarità di una licenza e che dunque "devono" lavorare per altri nelle farmacie private. A questi vanno aggiunti i 5mila delle farmacie speciali e pubbliche.

Tutti costoro sono farmacisti, esattamente come i farmacisti proprietari di una licenza.