Feltrinelli/Finlibri, il 17 marzo giornata di sciopero nazionale
Nessun passo avanti nella trattativa per il rinnovo del Contratto integrativo aziendale
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Incroceranno le braccia il 17 marzo gli oltre 1.200 dipendenti della catena di Feltrinelli e Finlibri. La proclamazione della giornata di sciopero nazionale, deciso al termine dell’assemblea unitaria delle lavoratrici e dei lavoratori, segue l’attivazione dello stato di agitazione.
Alla base della protesta, indetta dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs, l’indisponibilità aziendale a definire il rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale.
“Il confronto procede senza alcun avanzamento sostanziale e senza un’effettiva volontà aziendale di trovare soluzioni concrete per il rinnovo del CIA. A fronte di una disponibilità solo formale al dialogo - stigmatizzano le tre sigle - l’azienda continua a non offrire soluzioni concrete sui temi fondamentali della trattativa. Nonostante le nostre ripetute richieste, non sono stati fatti passi avanti su questioni essenziali per le lavoratrici e i lavoratori”.
In particolare, i sindacati puntano il dito contro l’incremento del valore del buono pasto proposto dalla direzione aziendale, del tutto insufficiente rispetto all’aumento del costo della vita e penalizzante per il personale. Ad essere insoddisfacente anche la proposta datoriale sul premio di risultato, poco chiaro e non adeguatamente calibrato sull’impegno reale dei lavoratori.
Nel 2025 Feltrinelli celebra il suo 70° anniversario, ma questa ricorrenza rischia di essere solo un’operazione di facciata se l’azienda continua a ignorare i diritti e le richieste di chi, ogni giorno, ne garantisce il funzionamento con il proprio lavoro. Non si può festeggiare la propria storia dimenticando chi la rende possibile.
“Non possiamo accettare che il confronto si trascini senza reali passi avanti, la mobilitazione prosegue dunque con una giornata di sciopero nazionale - concludono i sindacati - L’auspicio è che Feltrinelli/Finlibri riveda la propria posizione e si renda disponibile a definire un accordo equo e dignitoso per le lavoratrici e i lavoratori”.