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GRANDI MAGAZZINI LA RINASCENTE: L'ANNUNCIO DELLA CHIUSURA DEI NEGOZI DI BARI E DI GRUGLIASCO PROVOCA UNA GIORNATA DI SCIOPERO DELL'INTERO GRUPPO

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12 settembre 2006

GRANDI MAGAZZINI LA RINASCENTE: L'ANNUNCIO DELLA CHIUSURA DEI NEGOZI DI BARI E DI GRUGLIASCO PROVOCA UNA GIORNATA DI SCIOPERO DELL'INTERO GRUPPO


La riunione della delegazione trattante era stata convocata per la ripresa degli incontri già fissati per il rinnovo del contratto integrativo aziendale di Grandi Magazzini La Rinascente, ma la comunicazione da parte della direzione aziendale che i negozi di Bari e di Grugliasco (TO) saranno chiusi a fine anno ha spostato immediatamente l'obiettivo della riunione.

Il coordinamento nazionale ha così proclamato una giornata di sciopero in tutti i negozi del gruppo per sabato 30 settembre.

I dipendenti degli uffici direzionali sciopereranno venerdì 29 settembre.

«La chiusura dei due punti vendita – affermano le segreterie di Filcams Fisascat Uiltucs – è molto grave poiché stravolge le impostazioni e i progetti formulati a novembre dello scorso anno dall'amministratore delegato, dottor Radice, nell'ambito del piano industriale presentato alle federazioni sindacali, agli operatori del mercato, alla stampa».

«L'impressione – proseguono – è che tale iniziativa sia, nella sostanza, finalizzata a realizzare in capo alla proprietà cospicue plusvalenze finanziarie derivanti da una pura e semplice operazione immobiliare».

Ai lavoratori dei negozi di Bari e di Grugliasco, l'annuncio dell'amministratore delegato è caduto tra capo e collo: «le nostre filiali – dicono – erano nel piano di rilancio a medio termine, invece saranno chiuse il 31 dicembre».

In tutti i punti vendita di Grandi Magazzini e nella sede della direzione, le assemblee prendono atto della comunicazione aziendale e discutono della giornata di sciopero. Già ora dicono che vi saranno altri scioperi se il confronto con l'azienda a livello territoriale sarà insoddisfacente.

Nell'incontro avvenuto a livello nazionale, informano le segreterie che « l'azienda, alla richiesta di ripensamento e comunque di garantire continuità occupazionale, non è stata in grado di rispondere».

«L'azienda ha solo riconosciuto – spiegano Filcams Fisascat Uiltucs – che procederebbe comunque alla richiesta di cassa integrazione e non alla messa in mobilità del personale».

L'azienda ha confermato di voler abbandonare la piazza di Bari dal 15 gennaio 2007 e di aver venduto licenza e muri del punto vendita: «tuttavia – dicono i sindacati – non ha voluto indicare l'acquirente».