LA CONFERENZA DELLA FILCAMS SU COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI NELLE REGIONI MERIDIONALI
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Ufficio Stampa
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19 gennaio 2005
LA CONFERENZA DELLA FILCAMS SU COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI NELLE REGIONI MERIDIONALI
Martedì 18 gennaio, con una conferenza convocata a Reggio Calabria, la Filcams ha presentato dati e riflessioni sul commercio, turismo e servizi nelle regioni meridionali.
La relazione introduttiva del segretario generale Ivano Corraini, e le comunicazioni dei segretari Marinella Meschieri sul commercio, Carmelo Caravella sul turismo, Carmelo Romeo sui servizi, hanno composto la fotografia di un terziario in forte evoluzione a livello nazionale, mentre nel Mezzogiorno siamo di fronte a un’evoluzione non compiuta, per esempio nel commercio, oppure alla totale assenza di nuove forme d’impresa, come le società di multiservizi, permanendo in queste regioni subappalto, lavoro nero, impiego precario.
Disamine particolareggiate sui servizi privati in Puglia, sul terziario nelle regioni meridionali e sui trasporti e comunicazioni, sono state condotte dai professori Michele Capriati dell’università di Bari, Ugo Marani dell’università di Napoli, Domenico Gattuso del l’università di Reggio Calabria, e dal dottor Raffaele Tecce, responsabile commercio dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani.
Comunicazioni scritte sono state prodotte da Roberto Di Gioacchino del dipartimento Mezzogiorno Cgil nazionale, Claudio Treves del dipartimento Politiche attive del lavoro Cgil nazionale, Marcello Tocco del dipartimento Sicurezza e legalità Cgil nazionale.
Sviluppo e sicurezza sono i due temi del Mezzogiorno. «La battaglia per la legalità – ha detto Ivano Corraini – non può prescindere dalla battaglia per lo sviluppo: economia, distribuzione reddito, legalità si reggono l’un l’altro. I nostri settori possono giocare un ruolo centrale».
Nelle regioni meridionali «il terziario privato, negli ultimi 14 anni è l’unico settore che ha assicurato la crescita del prodotto e dell’occupazione» ha detto il professor Capriati. Commercio e servizi vari hanno un peso particolare per produzione e occupazione, tuttavia, nel confronto con il resto del Paese, le regioni meridionali registrano ritardi in tutti i comparti, in particolare nel commercio e nei servizi vari.
In discussione, alla conferenza di Reggio Calabria, vi era anche il ruolo del terziario privato nell’economia italiana, e dunque la nozione stessa di terziario, nozione che ha avuto diverso trattamento e considerazione nel pensiero economico.
L’introduzione di Ivano Corraini puntava a mettere in luce come «i settori del terziario si stanno imponendo come settori produttivi a tutto tondo. Anche grazie all’evoluzione tecnologica, e questo lo si può vedere specialmente nei servizi alle imprese, essi non sono più figli di un dio minore».
Nel commercio, nel turismo, nei servizi, sta avvenendo una vera e propria evoluzione strutturale. Nelle imprese di pulizie, ad esempio – ricorda Corraini –, e nella distribuzione commerciale, dove è possibile che la dimensione delle imprese si stia trasformando in potente elemento di pressione e di spinta all’evoluzione dei settori produttivi materiali.
Il terziario sta assumendo un nuovo ruolo? «Ancora trent’anni fa – ha detto il professor Marani –, Silos Labini, tra i nostri maggiori economisti, scriveva del terziario come settore improduttivo». Ma siamo di fronte a una diversa realtà, perché «nel Sud il terziario ha fatto da supporto all’economia locale e assume un andamento anticiclico» e dunque è il caso di guardare a questi settori con attenzione. Quanto all’illegalità «va detto che i settori terziari non convivono con l’illegalità, sono intrisi di illegalità».
Un’illegalità – lo ha ricordato Carmelo Romeo – che si nutre e si perpetua nel settore pubblico violando le norme. «La popolazione deve certamente collaborare come dice il presidente Ciampi, ma c’è anche un altro punto – ha detto Romeo – : come si pongono le istituzioni locali e regionali davanti alle regole per gli appalti, che ci siamo dati? Perché, i problemi al Sud, non sono negli appalti privati, ci sono negli appalti pubblici».
E ancora è la parte pubblica che emerge come intoppo in grado di bloccare l’evoluzione nel commercio. Per Marinella Meschieri c’ è un’arretratezza generale del sistema distributivo meridionale, una distribuzione alimentare molto frammentata, un’evoluzione generale incompiuta. Il franchising è una forma commerciale molto diffusa nelle regioni meridionali «perché è più facile – dice Meschieri – aprire in questo modo un esercizio, evita ai grandi marchi di doversi scontrare con comuni e personaggi vari». È dunque evidente che vanno rimossi gli ostacoli introdotti dalle regioni e dai comuni.
C’è l’illegalità che agisce sul sistema economico e delle imprese condizionandole, ci sono le azioni criminali che agiscono sui comportamenti dei clienti, ci sono condizioni limitanti e a volte paralizzanti qualsiasi iniziativa.
Com’è il caso del turismo, dove una serie di fattori negativi condizionano uno sviluppo che pure, negli anni dal 1991 al 2001, nelle regioni meridionali, ha avuto un tasso di crescita superiore al tasso di crescita nazionale.
Uno tra i fattori limitanti dello sviluppo turistico lo si trova nei cattivi collegamenti che le località meridionali hanno con il resto del mondo. Il prof. Domenico Gattuso, esperto di trasporti, nella sua comunicazione si è chiesto con fare provocatorio: «Ma perché mai i turisti europei e anche italiani dovrebbero scegliere il Meridione per le loro vacanze, quand’è impossibile da raggiungere, mentre la Tunisia offre collegamenti con tutta Europa e per giunta ha hotel e residence belli e funzionali? Già, perché lo sappiamo tutti che viaggiare in Italia non è facile, ma raggiungere il Sud è quasi impossibile». E nella comparazione che ha condotto tra l’economia turistica tunisina e l’ equivalente dell’Italia meridionale, c’era motivo di sconforto ma anche l’indicazione delle cose da fare per rendere il turismo nelle regioni meridionali competitivo.
Carmelo Caravella ha ripercorso l’andamento generale del turismo, lo choc dell’11 settembre 2001, la flessione attuale dell’economia turistica che nel Sud assume i caratteri della stagnazione. Un’analisi, che si è rivelata sbagliata, del dopo 11 settembre – ha detto Caravella – considerava che nella nuova situazione di diffuso timore, le località turistiche meridionali avrebbero mantenuto la loro capacità di attrazione, perseguendo in un tasso di sviluppo che negli ultimi anni era stato superiore al tasso di sviluppo turistico nazionale. Il turismo ha sensori molto delicati e «la criminalità ha aspetti che premono sulle destinazioni turistiche. Prendiamo Napoli, che ha registrato un crollo delle presenze turistiche dall’inizio della faida di camorra. Se a Napoli si ammazza, la gente a Napoli non ci va».
Insomma, una conferenza che ha provato a sondare il corpo vivo di una realtà che troppo spesso vive di dimenticanze o di rifiuti a priori, mentre invece – ha detto Paolo Nerozzi, segretario nazionale Cgil – sarebbe profittevole se altre categorie sindacali producessero le loro ricerche e le loro conferenze. Abbiamo bisogno di una visione strategica globale, occorre una politica economica nazionale per lo sviluppo perché non è possibile normare localmente e competere globalmente. I settori del terziario – Nerozzi ne conviene: sono settori produttivi – in tutto questo devono giocare il ruolo che loro compete.