8/7/2023 ore: 13:08

La qualità del lavoro è la prima condizione per un turismo di qualità

A Pineto, in Abruzzo, si è parlato di valorizzazione dei profili professionali e rispetto dei diritti di lavoratrici e lavoratori

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Ha fatto tappa a Pineto, lungo la costa abruzzese, il tour della campagna Filcams Cgil "Mettiamo il Turismo Sottosopra", che fino a settembre attraverserà tutta l'Italia per parlare del lavoro nel turismo e confrontarsi con le istituzioni locali sulle criticità e le prospettive del settore.

L'incontro è stato ospitato da uno stabilimento balneare all'interno dell'area marina protetta Torre del Cerrano, luogo ideale per affrontare i temi della stagionalità e delle condizioni di lavoro di alcune delle figure professionali di cui le imprese turistiche lamentano la mancanza, in questa prima estate dai grandi numeri dopo il rallentamento imposto dall'emergenza sanitaria.

Una stagione da record, che ha visto impennare i prezzi e il costo delle vacanze superare il potere d'acquisto delle famiglie, nel frattempo peggiorato.

È non è questa l'unica nota dissonante, perché "nonostante la stagione da boom le trattative per il rinnovo dei contratti nazionali di tutta la filiera turistica sono ancora lontane dal concretizzare un’ipotesi di rinnovo - spiega Monja Caiolo, segretaria Filcams Cgil nazionale - e, nel frattempo, il lavoro nel settore rimane ancora in uno stato di arretramento, caratterizzato da condizioni insostenibili, sfruttamento, irregolarità, precarietà e basse retribuzioni".


Ma anche quest'anno la mancanza di personale è stata imputata alla scarsa disponibilità a lavorare, in particolare dei giovani, e non alla scarsa qualità di un'offerta al ribasso, che spesso non rispetta i termini del contratto nazionale.

"Oggi siamo in uno stabilimento balneare e quando si parla di lidi, la prima figura a cui si pensa è quella del bagnino. Due giorni fa sulla stampa nazionale in un articolo si parlava della carenza di bagnini e dei problemi di sicurezza che crea - ha detto Emanuela Loretone, Filcams Cgil nazionale, intervenendo all'incontro di Pineto - e se ne attribuiva la mancanza alla scarsa disponibilità a stare otto ore su una torretta sotto il sole. Ma nello stesso articolo, qualche riga più sotto, si leggeva anche che per fare il bagnino sono necessari un corso e un brevetto, e che ormai i suoi compiti non sono più circoscritti alla sorveglianza e al salvamento, perché a questi si sono aggiunti la preparazione del lido, la cura di lettini e ombrelloni e le pulizie a fine giornata. Le mansioni si sono moltiplicate, ma lo stipendio è rimasto lo stesso".

Si pretendono alte professionalità, si caricano di altro lavoro e si retribuiscono in modo inadeguato: questo accade generalmente nel mondo lavorativo del turismo, dove tutto è stretto nell'arco di pochi mesi e la precarietà del lavoro stagionale è aggravata da contratti a tempo determinato sempre più brevi, part time involontari, dall'utilizzo dei voucher e dal dilagare del sommerso.


"Questo è un paradosso tutto italiano - ha spiega Loretone alla platea di Pineto - si è compreso che il turista vuole un servizio di qualità, ma non si comprende che la qualità del servizio è strettamente connessa alla qualità del lavoro. E qualità del lavoro vuol dire applicazione integrale del contratto nazionale di lavoro, riconoscimento del diritto al riposo, alla malattia, all’infortunio, alle ferie, al Tfr, rispetto degli orari di lavoro, contribuzione previdenziale. La si garantisce, quindi, con il rispetto delle norme e con il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro".

Il nodo è sempre lo stesso: ricavare il massimo profitto dal massimo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori. "Finché il turismo rimarrà il buon "affare" per pochi - ha aggiunto la funzionaria - e non un elemento centrale della crescita del Paese il settore, nonostante l'alta domanda, non potrà che entrare in crisi per mancanza di lavoratori, perché incapace di generare buona occupazione, stabile, dignitosa, regolare".

E a poco valgono, si è ricordato, provvedimenti di breve respiro come la detassazione delle mance o degli straordinari, o le maggiorazioni del lavoro festivo, piccole concessioni che non intervengono sulle condizioni di lavoro, mentre l'uso dei voucher peggiora sensibilmente il problema della precarietà. "È necessario un impegno concreto, da parte delle istituzioni, della politica e dell’imprenditoria, per restituire dignità alle lavoratrici e ai lavoratori dell’intera filiera turistica".


"Ecco perché, quando si parla di Turismo sostenibile - ha spiegato Loretone -  rimarchiamo che la sostenibilità deve essere intesa innanzi tutto dal punto di vista occupazionale, dignitosa nelle condizioni di lavoro e reddituali; sostenibilità economico-sociale, per un vero sviluppo dell’intera collettività; ambientale, rispettosa dei luoghi, della comunità, consapevole degli effetti dei cambiamenti climatici anche sul lavoro".

Il turismo si trova adesso a fare i conti anche con la crisi climatica, che influisce sull'andamento delle stagioni e sulla fruizione delle località turistiche e dei luoghi di interesse artistico e culturale.

Un motivo in più per non rinviare ulteriormente l'avvio di concrete politiche di sviluppo per il settore che, rispettando le specificità territoriali, puntino a una programmazione a livello nazionale, e a creare una sinergia tra i patrimoni dei diversi territori che vada nella direzione della destagionalizzazione del turismo.

Un'opera di valorizzazione del territorio, che deve procedere insieme alla valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori: un turismo sostenibile e di qualità non può che avere al centro il lavoro.