14/9/2023 ore: 9:42

Mettiamo il Turismo SottoSopra, a Firenze una vivace tavola rotonda tra sindacato, imprese e istituzioni

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È stata partecipata la tappa fiorentina della campagna Filcams "Mettiamo il Turismo SottoSopra", che si è tenuta all'auditorium Vasari delle Gallerie degli Uffizi a conclusione del calendario di iniziative che ha visto impegnata la Filcams Cgil Toscana nelle diverse località turistiche del territorio. Una grande campagna di sensibilizzazione e di informazione, rivolta in primo luogo alle lavoratrici e ai lavoratori stagionali, che si è chiusa con la tavola rotonda "Tuteliamo la cultura e il lavoro", alla quale hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e del sindacato.

Dopo il saluto del direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, ha aperto i lavori l'economista Stefano Casini Benvenuti, referente di Spi Cgil Toscana progetto Governance, che ha analizzato il complesso delle attività economiche legate al turismo e la loro incidenza nel Pil regionale e fiorentino, un contributo che potrebbe essere incrementato estendendo i tempi e i luoghi della sua fruizione.


Un punto sul quale si è soffermato anche Aldo Cursano, presidente Confcommercio Toscana, che ha toccato poi il tema dell'impennata dei costi delle materie prime, che stanno mettendo a rischio un modello basato sull'accoglienza. "Occorre restituire valore e dignità al lavoro, soprattutto nel settore del turismo - ha detto Cursano - che molto spesso viene percepito come un qualcosa di estemporaneo e precario".

Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana, ha invitato a prestare attenzione alle peculiarità dei diversi territori, ognuno con la sua tipologia di turismo e ha parlato della scarsa applicazione dei contratti in imprese per lo più piccole e a gestione familiare, un modello da superare per rafforzare il legame tra lavoro e turismo, lamentando però i costi insostenibili, in particolare per le piccole imprese. "Per salvare il turismo è necessario uno sforzo condiviso", ha concluso.


Secondo Leonardo Marras, assessore regionale con delega al Turismo, nei bilanci del settore pesa anche la minore presenza degli italiani nei nostri luoghi di vacanza: ma il problema principale è la crescita dei prezzi, che superano i valori dell'inflazione. Sicurezza e sostenibilità devono essere i punti al centro di un prossimo cambiamento.

"Abbiamo un grande lavoro da fare - ha detto Gessica Beneforti, segretaria generale Cgil Toscana - per far sì che le enormi risorse che arrivano dall'Europa siano indirizzate verso una programmazione negoziata che abbia al centro la qualità del lavoro e dello sviluppo". Il nostro paese ha bisogno di investire in cultura, ha aggiunto, ma perché ci sia buona cultura occorre che ci sia buon lavoro. Per questo è necessario che i contratti vengano applicati, e promossi anche con incentivi.


Riccardo Pisoni, che ha parlato in rappresentanza dell'UDU Toscana, ha lamentato la mancanza di garanzie e le difficoltà che devono affrontare gli studenti - già gravati dal caro alloggi - che vogliono coniugare università e lavoro. "E per fare l'università si è costretti a lavorare, per far fronte ai costi eccessivi", perché ormai non bastano più neanche le borse di studio.

"Stiamo intercettando le risorse per incrementare l’edilizia studentesca e cercheremo di garantire posti letto agli studenti" ha detto Alessandra Nardini, assessora regionale con delega alla formazione. E "vogliamo creare buona occupazione, lavoro che non sia sottopagato", un'occupazione stabile e di qualità, perché lavoratrici e lavoratori non sono più disposti ad accettare di meno.


"L’industria turistica in Italia genera un indotto importante ma l’approccio non è né quello dell’impresa né quello dell’industria" ha detto Monja Caiolo, segretaria nazionale Filcams Cgil, tirando le fila del confronto alla conclusione della tavola rotonda. Il turismo viene ancora percepito come un settore che va avanti da sé, dove c'è spazio per l'improvvisazione, basta pensare al mondo degli affitti brevi. Quindi non genera sviluppo, né buona occupazione, "perché la ricchezza che produce continua ad essere un affare per pochi e non una fonte di sviluppo per il paese".

Il lavoro nel turismo è povero, e manca il riconoscimento delle professionalità. Caiolo ha ricordato la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori degli Uffizi per il ripristino della clausola sociale: la loro lotta ha avuto un esito positivo, ma lo spettro della riduzione di organico aleggia a ogni cambio di appalto in siti e sedi museali. 


La segretaria ha poi puntualizzato che se le aziende hanno comunque potuto ottenere aiuti per far fronte alle difficoltà portate dalla pandemia, e poi alzare vertiginosamente i prezzi, come stiamo vedendo, dall'altra parte i lavoratori non hanno avuto strumenti per emergere da questo stato di cose: solo una parte ha potuto usufruire dell'ammortizzatore sociale, che è molto meno di uno stipendio e che è stato erogato con grandi ritardi, e gli stagionali non hanno avuto nemmeno quello. Adesso, con un potere d'acquisto svilito, si trovano a fronteggiare l'inflazione e l'aumento indiscriminato dei prezzi. Non c'è da stupirsi dunque se gli italiani non vanno in vacanza nel loro paese.

"Dobbiamo rimettere al centro la dignità di chi lavora, riconoscere il valore essenziale di chi svolge il lavoro. E dobbiamo rinnovare i contratti, scaduti da troppi anni". Per questo, ha spiegato infine Caiolo, la categoria va verso una mobilitazione. "Servono politiche di settore che ne favoriscano lo sviluppo: chiediamo condivisione alle istituzioni che operano sul territorio - ha concluso, rivolta ai suoi interlocutori - per ovviare all'assenza del governo di fronte alle difficoltà del settore turistico".