Nielsen Media, sciopero e presidio a Milano
Da Auditel nessun interesse per la tutela occupazionale di 46 dipendenti
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Sciopero e presidio il 21 settembre a Milano, per la sorte di 46 lavoratrici e lavoratori vittime di un cambio appalto che ha visto la committenza, la celebre Auditel, sottrarsi a qualsiasi confronto e disinteressarsi del destino di dipendenti che da decenni prestavano loro servizio attraverso Nielsen.
Un cambio appalto come tanti, purtroppo, dove si assiste al sacrificio di una forza lavoro specializzata e collaudata a favore dell'apertura di nuovi contratti meno onerosi e vincolanti, senza che siano tenute in alcuna considerazione le difficoltà alle quali si troveranno a far fronte 46 famiglie dall'inizio del prossimo anno, con prospettive di ricollocazione incerte.
Quando ad aprile è arrivata la notizia del subentro della nuova ditta, Covercare, i sindacati si sono adoperati per mettere in atto una transazione morbida, che permettesse di tutelare gli addetti coinvolti, e ha chiesto ad Auditel di farsi garante della trasparenza del passaggio di consegne.
Ma la committenza si è tenuta lontana da ogni trattativa.
"Quello che contestiamo non è il cambio di fornitore, ma il modo in cui è stato messo in atto, sottraendosi al confronto che avevamo chiesto per ridurre al minimo l'impatto occupazionale" spiega Alice Romano, Filcams Cgil Milano. "Nella gara d'appalto poteva essere indicato il piano occupazionale, potevano essere poste come parametro di scelta le garanzie per i lavoratori, ma se ne sono semplicemente lavati le mani, demandando tutto all'azienda che subentrava".
"Fin dall'inizio abbiamo chiesto un tavolo di confronto con Auditel - spiega Giuseppe Nardozza, Rsu Filcams Cgil in Nielsen - consapevoli del fatto che i nostri lavoratori sono gli unici in questo momento sul mercato italiano in grado di svolgere questa attività e garantire la continuità e la qualità dei dati, attraverso il rapporto di fiducia stabilito con le famiglie".
A perdere il lavoro sono loro, i tecnici che gestiscono le attrezzature per la rilevazione dei dati e che sono distribuiti su tutto il territorio italiano, una difficoltà in più per quanti di loro vivono in aree dove è più arduo trovare lavoro e riuscire comunque a mantenere lo stesso reddito.
Auditel ha fatto sentire finalmente la sua voce per dichiarare che Covercare avrebbe assorbito il 50% dei tecnici Nielsen. "Ma proprio questa mattina, 20 settembre, è arrivata l'apertura della mobilità e gli esuberi dichiarati sono 46 su 56, quindi ad essere riassorbiti sono solo 10 addetti", precisa la funzionaria Filcams. "Tra l'altro Covercare applica un altro contratto, quello dei metalmeccanici, e sta offrendo condizioni di lavoro inferiori a quelle che avevano i dipendenti Nielsen, anche con rapporti di lavoro a tempo determinato".
Piccata la reazione dell'azienda committente di fronte alle proteste e alla mobilitazione: è stato pubblicato un bando, e voi lo avete perso, la responsabilità non è certo nostra.
La responsabilità di 46 percorsi professionali azzerati, di 46 posti di lavoro che svaniranno a breve, di 46 famiglie che saranno private del sostentamento di una vita.
"I dipendenti tutti del gruppo Nielsen Media Italy - si legge nella nota diffusa - sono sconcertati nel vedere sviliti l’impegno e la professionalità di persone che per decenni hanno garantito alle rilevazioni Auditel di raggiungere standard qualitativi così alti: ancora una volta si conferma come per molte aziende il lavoro non abbia una dignità ed una professionalità che lo valorizzano, ma solo un prezzo da tirare il più possibile verso il basso. E spiace vedere come anche Auditel, realtà a partecipazione mista, in cui sono presenti colossi delle telecomunicazioni come Mediaset, Cairo ed anche un’azienda pubblica come la Rai, che dovrebbero essere attenti agli aspetti sociali del lavoro, abbracci questa logica".
La dignità dei lavoratori, concludiamo con loro, "non è qualcosa su cui mercanteggiare".