Non vi ama…da morire
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Le testimonianze delle lavoratrici del terziario in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
25 Novembre 2021 - Video delle delle lavoratrici
Tentativi di approcci sessuali non voluti, aggressioni fisiche, strattoni, capocciate, ma anche pressioni e vessazioni psicologiche. Le lavoratrici del terziario hanno raccontato le loro storie, senza timori e senza filtri, in occasione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Hanno superato la vergogna e i sensi di colpa, che spesso attanagliano chi subisce forme di violenza, quasi ci fosse una giustificazione ad atteggiamenti violenti o all’ira di compagni, mariti o colleghi.
“Ciao sono Monica, amica di Anna, donna vittima di femminicidio, in passato sono stata vittima di abusi fisici e psicologici, ho trovato la forza di chiedere aiuto a persone competenti.” Monica, come Anna, era una lavoratrice Carrefour, e la sua esperienza e quella della sua amica, brutalmente assassinata dal marito, l’hanno portata a diventare life consuler per aiutare “le donne ad uscire da questo baratro.”
“È importante che ci sia la giornata del 25 novembre, ma non basta, una donna deve essere rispettata e amata tutti i giorni” afferma Slavica arrivata in Italia 25 anni fa dalla Serbia, dove la situazione, dice, è anche peggio, perché c’è meno giustizia verso le donne.
Poi c’è Nadia, nome di fantasia per evitare ripercussioni, che preferisce non apparire in video, ma ci tiene a raccontare la sua storia. Lavora in un supermercato dove il clima di terrore era la quotidianità, la politica del terrore sembrava una strategia del punto vendita: “mobbing, minacce, in particolare verso le donne.”
Negli anni passati, un collega, ora ex, “a cui forse non andavo a genio, mi ha spintonato e successivamente, mi ha dato una testata, che mi ha provocato un bel bernoccolo. Era un vicedirettore e stavamo discutendo su dove e come mettere i prodotti negli scaffali.”
Nadia ha informato il direttore e si è rivolta alla Filcams Cgil che l’ha assistita nella sua battaglia, difendendola dai continui attacchi dell’azienda che le ha inviato 22 lettere di contestazione, l’ha sospesa e le ha fatto terra bruciata intorno convincendo i colleghi a non parlarle.
Ora la gestione del negozio è cambiata e la situazione è migliorata, ma Nadia è sempre pronta a difendere le colleghe quando succede qualcosa, perché la sua esperienza l’ha cambiata.
Anche Alessandra, che in passato ha reagito ad un tentativo di approccio sessuale, grazie alla sua forza e alla passione per le arti marziali, racconta con coraggio quanto le è accaduto soprattutto per mandare un messaggio: “Sono consapevole che non sempre questi episodi possono avere un risvolto positivo come è capitato a me, ma invito tutte le donne che sono vittime di violenza sui luoghi di lavoro ad avere il coraggio di denunciare queste persone perché meritano di essere perseguite e punite.”
“Vi prego denunciate, gli aiuti ci sono” è l’appello finale di Monica “rivolgetevi a associazioni, psicologi, counseler, sarete aiutati in massima sicurezza. E ricordate, non vi ama, da morire.”