10/12/2021 ore: 17:58

Stabilità occupazionale, equità, la Filcams in piazza il 16 dicembre

Sono le fasce più povere a non ricevere risposte adeguate dalla manovra. E resta il nodo irrisolto degli ammortizzatori sociali in deroga

Commercio, turismo e servizi: nei nostri settori si concentrano le fasce di lavoratori, soprattutto donne e giovani, in condizioni di maggiore povertà. Migliaia di lavoratrici e lavoratori che, dopo quasi due anni di pandemia, hanno urgenza di avere risposte dal Governo su temi fondamentali quali il fisco, le pensioni, gli ammortizzatori sociali, per uscire dalla precarietà e dall’incertezza.

L’intervento sul fisco - afferma Maria grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams Cgil - è un tema importante per la portata generale che assume e la ricaduta di questa scelta vedrà esclusi molte lavoratrici e lavoratori, in particolare quelli rappresentati dal perimetro della nostra categoria che vede una presenza maggiore di contratti a termine, somministrati, part time involontari (orizzontali, verticali, ciclici), lavoratori discontinui.

Sono le fasce più povere, i cosiddetti working poor, che non hanno ricevuto risposte soddisfacenti in tema di redistribuzione dalla manovra. 

“È evidente che se dall’intervento sui redditi, i benefici fiscali maggiori si collocano nelle fasce alte di reddito e meno o molto meno in quelle di reddito più basse - spiega Gabrielli – quanto deciso dal Governo non va nella giusta e necessaria direzione”.

È rimasto inevaso  il confronto sulla riforma complessiva delle pensioni e della legge Fornero: “Nell’intervenire sul capitolo pensioni nell’ambito della Legge di Bilancio, abbiamo chiesto che venissero affrontati alcuni temi” prosegue Gabrielli, tra i quali “la scadenza di quota 100, la flessibilità in uscita dal lavoro, la pensione di garanzia per i giovani, per i lavoratori discontinui, per i precari, per i lavoratori a tempo indeterminato la cui biografia lavorativa è segnata dal part time involontario. Tra i temi ancora non presi in considerazione, inoltre, il riconoscimento del lavoro di cura delle donne e l’estensione dei lavori gravosi o usuranti, per includere quei tanti lavoratori dei settori del terziario, del turismo e dei servizi: dai cassieri e addetti del commercio, alla ristorazione collettiva e commerciale, alle colf, alle guardie particolari giurate.”

Altro capitolo particolarmente delicato è quello degli ammortizzatori sociali: “Dal 2022 si dovrebbe raggiungere una copertura degli ammortizzatori più inclusiva e universale di quella attuale che dovrebbe superare, almeno in quota parte, le disuguaglianze esistenti. E questo è un punto politico e sostanziale importante rivendicato da sempre dalla nostra organizzazione”. Restano però ancora irrisolte alcune questioni come la revisione della NASPI per gli stagionali e il riconoscimento per i part time ciclici, come il superamento della condizionalità degli ammortizzatori per le mense e pulizie aziendali. 

Bisognerà monitorare e comprendere come si affronterà il periodo transitorio e la traduzione in termini operativi di questo nuovo sistema che pur nella sua positività lascia alcuni punti critici. Un sistema di ammortizzatori non affiancato da una riforma delle politiche attive non sarà sufficiente ad assumere la presa in carico delle persone di fronte alle crisi, alle trasformazioni ed evoluzioni del mondo del lavoro. 

Crisi come quella prodotta dall’emergenza sanitaria, che vede le lavoratrici e i lavoratori, in particolare del turismo e dei servizi, vivere una drammatica condizione di mancata ripresa delle attività mentre si avvicina la scadenza degli ammortizzatori in deroga con causale Covid, il 31 dicembre.

Pur in presenza, nella legge di bilancio, di un intervento importante sul fronte degli ammortizzatori, non prevederne la proroga denuncia scarsa attenzione verso il ruolo di questi settori economici e soprattutto rischia di tradursi in maggiore difficoltà e precarietà proprio per le fasce di lavoro più deboli.  

Le mancate risposte di questo Governo sono ancora sinonimo di una mancata lettura del ruolo del terziario nell’economia del paese, ma più in generale delle difficoltà, da parte del pubblico, di svolgere un ruolo di indirizzo, di ricerca di soluzioni, di presa in carico delle condizioni del lavoro, che è confermato certamente dalle tante crisi aperte al Ministero del Lavoro e dello sviluppo economico.  

Nell’ambito delle disposizioni relative al mercato del lavoro, mancano alcuni interventi importanti per gestire la fase di criticità e di incertezza legata alla pandemia. Comparti rilevanti come quelli dell’accoglienza, delle agenzie di viaggio e dei tour operator, della ristorazione commerciale collocata nei sedimi aeroportuali, nelle stazioni ferroviarie e nei perimetri urbani, dei sistemi fieristici e della convegnistica risentono dei numeri mancati del turismo, che pur nel picco positivo della stagione estiva non ha marcato il recupero a partire dalle grandi città d’arte e del turismo business.

L’effetto varianti e la crescita della curva dei contagi hanno raffreddato il trend delle prenotazioni e le ulteriori restrizioni potranno avere come conseguenza anche le cancellazioni di fronte alle chiusure dei vari paesi. L’assenza del turismo internazionale è determinante e continuerà ad esserlo per un settore come quello turistico. Lo smart working per i dipendenti diretti dei committenti, in risposta alle misure di contenimento dei contagi e l’evoluzione che lo smart working sta assumendo strutturalmente, sta determinando la difficoltà di oltre 10000 addetti del comparto delle mense aziendali e per quelli delle pulizie aziendali.

L’incertezza sembra essere il tratto predominante rispetto alle scelte che questi comparti si trovano ad affrontare e quelli citati - che sono i casi specifici più evidenti - chiamano la necessità per la categoria di avere, dopo il 31 dicembre, una ulteriore proroga degli ammortizzatori in deroga con causale covid. Che ad oggi il Governo continua a non prendere in considerazione.

“Non possiamo trovarci al primo gennaio per verificare le difficoltà che sono già evidenti ora, come non possiamo trovarci al primo gennaio con strumenti nuovi sul fronte ammortizzatori, ma con i tempi fisiologici della messa in opera. La condizione delle persone non aspetta”, puntualizza Gabrielli.

“La manovra finanziaria, così come le risorse messe a disposizione dal PNRR, mancano di progettualità e visione di un nuovo modello sociale ed economico la cui centralità deve essere data dal lavoro, la sua sostenibilità, qualità, come fattore di emancipazione e di crescita per le persone, a partire dai giovani e dalle donne. Stabilità occupazionale, equità e investimenti sono indispensabili per un nuovo equilibrio sociale e del mercato del lavoro, e per affrontare le questioni ancora irrisolte: le disuguaglianze tra le persone e tra i territori, la condizione di povertà, il disagio sociale, che speravamo passassero con la pandemia, ma come il virus, sono ancora qua”.