Tanto lavoro e poche certezze
La forza di Oksana e la sua determinazione a reinventarsi per trovare stabilità
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“Appena arrivata ho lavorato come badante” racconta Oksana, partita nel 2002 dall’Ucraina alla volta del nostro paese. Come tante sue connazionali ha svolto quel prezioso lavoro di cura di cui tante famiglie italiane continuano ad avere sempre bisogno.
“Qualche volta facevo le pulizie” aggiunge. La sua è stata una vita lavorativa discontinua dal momento in cui a una delle sue due figlie è stata diagnosticata una forma di diabete che richiedeva un intervento costante. Ogni due ore Oksana doveva recarsi a scuola dalla bambina per occuparsi di lei: la mancanza di tutele e garanzie contrattuali non permette di affrontare questo genere di difficoltà senza fare delle rinunce. La vita in un piccolo paese e la mancanza di un sostegno le ha impedito di lavorare in modo costante anche perché non aveva nessuno a cui lasciare le figlie.
“Negli anni ho lavorato nei ristoranti, come aiuto in cucina, come lavapiatti e cameriera”. Una volta che la figlia è diventata grande e indipendente è stata però la salute di Oksana a tenerla lontana dal lavoro, e di nuovo l’assenza di regolarità e tutele ha pesato sulla sua vita e le ha tolto delle possibilità.
In questo regime di lavoro che va e viene, quest’anno le speranze si appuntano sulla possibilità di un’occupazione stagionale in uno dei villaggi turistici della costa sarda, come cameriera ai piani.
Anche nella ricerca di un’occupazione stagionale le esperienze frammentarie di lavoro che Oksana per forza maggiore ha fatto nel tempo non risultano di grande aiuto.
Ma la buona volontà non le manca. “Ho fatto un corso da receptionist, un corso di informatica e anche uno di imprenditoria, per cercare di inserirmi in qualche modo nel mondo lavorativo”. Un modo più stabile e meno impegnativo per la sua salute.
Un’altra fonte di guadagno era rappresentata dalla conoscenza della lingua russa e dalla possibilità di fare traduzioni e lezioni private, ma al momento questa opzione è stata oscurata dagli eventi.
“E così non lo so questo anno come andrà”.
Intanto però Oksana si è messa in moto e ha organizzato la raccolta di medicinali e materiali di prima necessità da inviare in Ucraina, perché “è un grande dolore vedere quello che sta accadendo”.
Adesso sta collaborando attivamente con la Camera del lavoro di Cagliari per predisporre il trasferimento dei suoi connazionali in fuga dalla guerra nel territorio sardo: la sua funzione di collegamento è importante per la riuscita dell’iniziativa.
“Speriamo che questa cosa che stiamo facendo funzioni e si riesca ad aiutare più persone possibile” dice. Il legame con il sindacato si è rinnovato in questo delicato frangente, perché insieme, lei sa bene, si è molto più forti.