Vigilanza privata, non c’è accordo sulla proposta economica
Le Organizzazioni sindacali hanno giudicato largamente insufficiente l’ipotesi avanzata dalla parte datoriale
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È proseguita nelle giornate del 14 e 15 febbraio la trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale della Vigilanza Privata: nel corso dell’ennesimo confronto le Associazioni datoriali hanno finalmente presentato la loro prima proposta in termini salariali, che però è stata giudicata largamente insufficiente dalle Organizzazioni sindacali.
In particolare, la proposta prevede l’erogazione di un aumento distribuito nell’arco di un periodo di vigenza quadriennale, in quattro rate distribuite tra il marzo 2022 e il 31 dicembre 2025; la proposta economica comunque non potrebbe superare quanto derivato dal parametro dall’IPCA.
Nessuna disponibilità poi al riconoscimento del periodo pregresso, intercorso dalla scadenza del precedente CCNL ad oggi.
Sotto il profilo dell’impianto, la proposta non tiene conto dell’esigenza - da sempre espressa dai sindacati di categoria - di recuperare il differenziale relativo al salario dei livelli di inquadramento dei servizi di sicurezza, che rischierebbe così di continuare a presentare i noti e conclamati problemi di insufficienza.
Le Organizzazioni sindacali, nel rimarcare tali incongruenze e giudicando nettamente insufficiente la proposta, hanno ribadito che l’aumento salariale deve tenere conto del lungo periodo trascorso e deve attestarsi ai valori retributivi medi ottenuti nei rinnovi contrattuali, e che anche la collocazione delle tranche è punto importante per raggiungere nel periodo di vigenza contrattuale una massa salariale soddisfacente. È necessario inoltre attestarsi, a regime, ai livelli retributivi dei Servizi di sicurezza e ad importi coerenti con la specificità di questa attività.
Non è poi stato possibile procedere oltre nella discussione, perché le Associazioni Datoriali hanno giudicato talmente ampie le distanze tra le posizioni da richiedere un supplemento di verifica al proprio interno circa la fattibilità del percorso negoziale.
È stata così stabilita una nuova sessione di trattativa per i giorni 1 e 2 marzo, sollecitando entro tale data anche la conclusione del confronto sulle materie del mercato del lavoro e dell’orario di lavoro, della contrattazione integrativa e del cambio di appalto: argomenti sui quali, dopo la discussione svolta il 9 febbraio, si era in attesa di chiarire il punto della mediazione conclusiva.