27/4/2022 ore: 12:29

Violenza di genere in un supermercato a Pescara

Contenuti associati

“Voglio il nome e cognome di chi oggi ha il ciclo mestruale, ok? Sennò gli calo le mutande io.”
È l’audio raccapricciante inviato dalla proprietaria di un punto vendita Conad di Pescara al gruppo whatsapp formato dai capi reparto, per aver ritrovato un assorbente usato fuori dal cestino del bagno del negozio.
Visto il rifiuto delle lavoratrici a comunicare quanto richiesto, la violenza verbale si è poi tramutata in fisica quando i capi reparto hanno controllato singolarmente le donne in servizio.
Pronta la denuncia della Cgil che ha organizzato una conferenza stampa, anche online, per far conoscere l’accaduto e avviato le pratiche legali per approfondire il caso con gli organi competenti.
“Vi faccio passare veramente un guaio, eh! Fatemi i nomi, perché altrimenti faccio una lettera di richiamo a tutte le persone che a quell’ora stavano lavorando... a quell’ora” si sente ancora nell’audio.
“Un gesto gravissimo e ignobile, una violenza inaudita da una donna verso delle donne”, ha affermato Lucio Cipollini segretario generale della Filcams Cgil Abruzzo durante la conferenza stampa. “Saremo al fianco delle lavoratrici coinvolte per sostenerle in questo momento così difficile.”
La Filcams chiama a una presa di posizione responsabile anche il marchio Conad su questo increscioso episodio, che getta un'ombra non solo sulla sfera professionale della grande catena alimentare, mancando il rispetto di lavoratrici e lavoratori sancito sul piano normativo dal contratto nazionale, ma più in generale sulla gestione delle relazioni umane, che vede uno dei punti vendita del marchio utilizzare metodi invasivi, vessatori e autoritari inaccettabili in qualsiasi consesso civile.