6/2/2007 ore: 11:37

"Analisi" La sinistra scopre il consumatore (G.Fabris)

Contenuti associati

AFFARI & FINANZA
Supplemento di economia, investimenti e management a "il lunedì di Repubblica" del 5 febbraio 2007. Anno 22 N.5


Pagina 4 - Primo piano

La sinistra supera il tabù e scopre il consumatore

Giampaolo Fabris
    Può darsi che i recenti provvedimenti del Governo in favore del consumatore non siano gran cosa ma rappresentano comunque una svolta epocale. Non solo perché gli interessi dei consumatori sono rara avis in termini di politica economica tutelati e promossi. Ma soprattutto perché ciò avviene in un Governo in cui la sinistra, riformista e non, è così massicciamente rappresentata. Perché una costante, da sempre, della sinistra è stato un pressoché totale disinteresse per tutta l’area del consumo: al massimo si proclamava che bisognava difendere il potere d’acquisto dei lavoratori. Consumatore è sempre stata, per la sinistra, una categoria ambigua di cui diffidare: una figura interclassista, colpa grave – ricordo quando si affermava che "consumatore è la moglie di Agnelli e il compagno disoccupato", un nonsense quindi – per di più senza alcuna relazione con il mondo del lavoro. E’ in questo contesto che le contraddizioni della società capitalista sarebbero esplose: non certo nel mondo ovattato del consumo. Nel mondo della produzione il lavoratore ha sviluppato le sue rappresentanze, diviene soggetto collettivo: nel mondo ingannevole e un po’ fatuo del consumo l’individuo si presenta in maniera atomistica per di più orientato ad acquistare merci rese seduttive dalla produzione più che per soddisfare autentici bisogni. Convinzione ancora oggi largamente diffusa è che sia il lavoro, i rapporti sociali di produzione, a conferire identità sociale. E’ certamente vero che molta acqua è passata sotto i ponti e che le demonizzazioni di un tempo si sono attenuate sin quasi a scomparire e che , col dissolversi delle ideologie si è guardato al consumo, anche a sinistra, in maniera più laica. Ma gli antichi tabù sembravano restare ancora solidi e la figura del consumatore evocata sempre con un qualche imbarazzo.

    Mario Monti sul Corriere ravvisa "in una politica economica indirizzata ai consumatori, un indirizzo nuovo per la sinistra italiana": non si può non condividere questa opinione. L’esplicitazione del consumatore come beneficiario dei recenti provvedimenti è, da parte del Governo, più che esplicito: senza il riferimento, di rito, al lavoratore. Forse la sinistra sta davvero varcando il Rubicone e approdando ai lidi della modernità. Prendendo consapevolezza che è certo doveroso tutelare l’occupazione, il potere d’acquisto di chi lavora ma se non si interviene anche sul fronte del mercato ci si confina in una posizione ormai anacronistica e si rischia di portare i vasi a Samo. Forse la sinistra dovrà anche prendere atto che in una società che si avvia al post moderno non è più il lavoro ad attribuire identità sociale. Sono piuttosto le scelte di consumo il medium a cui far ricorso per comunicare, anche se non a costituire, brani importanti della nostra identità. E che la quotidianità, di cui il consumo rappresenta tanta parte, sta divenendo un’area esistenziale di non minore importanza del tempo trascorso sul posto di lavoro per cui un’evoluzione verso un "riformismo del quotidiano" è tutt’altro che irrilevante.

    Diciamo la verità alcuni provvedimenti del decreto Bersani sono di basso profilo (ma il risparmio per famiglia si aggira comunque sempre sui 1000 euro) e non si paga alcun pegno: come le garanzie sulla visibilità della data di scadenza (sai che novità! Perché non imporre anche l’obbligatorietà della data di produzione assai più utile in molti casi) o l’obbligo delle compagnie aeree di reclamizzare le offerte comprensive di tutti i costi. Nessuna sanzione nei confronti dei monopolisti che impongono tariffe da usura: una per tutte Meridiana tra Milano e Olbia. Per altri provvedimenti invece il pegno lo si paga davvero e questo va a tutto merito del Governo: perché significa scontrarsi con grandi potentati che dispongono, peraltro, di potenti lobby come le società petrolifere (l’auspicio è che il ministro, che ha avviato un’indagine per un sospetto di cartello in questo settore, si sbrighi in fretta: lo sanno anche i bambini che questo esiste), le banche (l’annullamento della commissione di massimo scoperto) o le società telefoniche. Insomma credo che ci sia davvero da compiacersi dei passi che la sinistra italiana , che rappresenta tanta parte di questo Governo, va compiendo. L’auspicio è non fermarsi qua: attendiamo presto una nuova "lenzuolata" con un Bersani 3. Il disinteresse verso il consumo, a cui nemmeno il Governo di centro destra ha dedicato poi troppa attenzione – e francamente nemmeno alle liberalizzazioni che pure dovevano far parte del suo Dna , è durato troppo a lungo. Il paniere dei ritardi, delle inadempienze e sottovalutazioni, che così tanto ha danneggiato la nostra qualità della vita, è davvero stracolmo.

    Close menu