13/4/2006 ore: 12:27

"Analisi" Le carte segrete di Prodi (G.Cazzola)

Contenuti associati

    gioved? 13 aprile 2006


    Pagina 3

    ANALISI 1. COSA ACCADR?
    Di Giuliano Cazzola

    Transfughi e sindacati
    Le carte segrete di Prodi

    Nelle celebri scuole di partito di un tempo si insegnava sempre a ragionare partendo dall’?analisi?. Nell’iniziativa politica, infatti, gli errori - spiegavano i militanti pi? anziani e preparati - derivano solitamente da analisi incomplete o sbagliate della situazione, dei processi in atto, delle forze e delle dinamiche in campo. Non c’? dubbio, allora, che gli strateghi dell’Unione farebbero bene a rivedere parecchi elementi di valutazione relativi all’indubbio successo (bench? non vittorioso) di Silvio Berlusconi, di Forza Italia (pu? un partito del 24%, primo del sistema politico, essere di celluloide?) e dell’intera coalizione di centrodestra, la quale ha ottenuto una netta prevalenza nel nord, ha riconquistato importanti regioni perse nel 2005 e conseguito un sostanziale pareggio in quel sud che avrebbe dovuto - si diceva - voltarle le spalle. Risultati di tale portata non possono dipendere solamente dalle performance mediatiche (per altro non brillanti e imbrigliate dai lacci e lacciuoli della par condicio) del Cavaliere. Al fondo, vi stanno fenomeni economici e sociali che la sinistra si ostina a non comprendere perch? fuoriescono dai suoi schemi culturali e politici (paradossalmente ? stato pi? attento Fausto Bertinotti a cogliere e a sottolineare questi aspetti). Da anni ormai quella che fino al 10 aprile ? stata l’opposizione si ? accanita - prigioniera di una visione pauperistica esagerata rispetto ai pur seri e gravi problemi del paese - a rappresentare un’Italia esistente solo nella sua propaganda, con la retorica delle ?famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese?, del ?ceto medio impoverito? e dei ?giovani condannati al precariato?, mentre - lo ammettono con un sorriso smagliante gli operatori turistici - gli italiani si apprestano a spendere 1,7 miliardi di euro in occasione del lungo ponte da pasqua al primo maggio. Ma anche nella Casa delle libert? circolano considerazioni ed esami del voto che possono portare a cocenti delusioni. Si sostiene, infatti, che la nuova maggioranza di centrosinistra ha margini troppo ristretti per poter governare e che l’eccessivo peso dell’ala radicale finir? per condizionare la coalizione fino a metterla in crisi. Con un’aggravante in pi?, derivante dall’aver ottenuto una vittoria elettorale non basata su di un adeguato sostegno popolare, ma su marchingegni legislativi che si sono rivoltati, come una serpe imbizzarrita, contro i loro autori (a prova del detto che anche i furbi ?hanno le gambe corte? al pari dei bugiardi). Si tratta, indubbiamente, di valutazioni realistiche; ma lo stato maggiore prodiano ? assolutamente consapevole di questi rischi. E ha argomenti per confutarli. La Casa delle libert?, infatti, ha continuato, legittimamente, a governare anche quando perdeva le competizioni elettorali amministrative e regionali e quando la sua coalizione sembrava dissolversi. E’ vero: ? difficile tirare avanti con una maggioranza, al Senato, tanto esigua da non sopportare un’epidemia di influenza o uno sciopero del trasporto aereo. Ben presto ci accorgeremo, per?, che, nell’area del centrodestra, vi sono settori pronti ad andare in soccorso dei vincitori. Basta attendere - vorremmo essere cattivi profeti - i prossimi appuntamenti della elezione del presidente della Repubblica e del referendum costituzionale. Romano Prodi, poi, ha un’altra carta da giocare (il fatto che il centrodestra non se ne accorga ? un grave limite perch? dimostra di non capire quali sono gli ?idola tribus? del suo avversario). Il Professore ha la possibilit? di ?farsi coprire a sinistra? dai sindacati e, prima di tutto, dalla Cgil. Non a caso, a Ballar?, ? ricomparso - in veste di azionista di riferimento - Guglielmo Epifani a “dettare la linea”. Se riuscir? a negoziare con Cgil, Cisl e Uil (pronte a scambiare ?senso di responsabilit? con ?potere?), Prodi sar? in grado anche di tacitare gli appetiti della sinistra pi? radicale sul terreno della spesa pubblica, della politica economica, del lavoro e del welfare. Nel 1996 tra il Prc e la Cgil era aperta una fase di competizione (con tratti persino personalizzati tra Bertinotti e Cofferati). Ma Prodi riusc? ugualmente a far passare un giro di vite sulle pensioni e l’avvio della flessibilit? del lavoro grazie al placet delle confederazioni sindacali. Ad un certo punto - lo ricordiamo - il rapporto si ruppe e Prodi fu costretto a scegliere ora l’interlocutore sindacale ora quello politico (come nel caso del disegno di legge sulle 35 ore). Ma allora il Prc faceva parte solo della maggioranza. Adesso sar? una componente essenziale del governo, con responsabilit? dirette dei suoi esponenti. Certo, l’appoggio sindacale non sar? gratuito: dovranno esserci degli aggiustamenti delle principali riforme attuate dalla Cdl (legge Biagi, pensioni, scuola). E gli osservatori internazionali staranno a guardare. In fondo hanno incassato anche la marcia indietro di Chirac sui Cpe. La sola che non porter? a casa nulla (salvo un taglio del “cuneo”, a mezzadria coi lavoratori) sar? la Confindustria.

Close menu