4/4/2006 ore: 11:30

"BladeRunner" Trecento euro per ogni lavoratore

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    marted?, 04 aprile 2006

    Pagina 11 - Economia

    il cuneo fiscale

    Trecento euro per ogni lavoratore

    Tasse e contributi sotto la media Ue con il piano dell’Unione

    LUCA IEZZI

    ROMA — Un guadagno di 260-290 euro in un anno per i lavoratori e un risparmio di 270-320 euro a dipendente per le imprese. L’effetto sulle
    retribuzioni della proposta del centrosinistra di tagliare di cinque punti il
    “cuneo contributivo ” porterebbe famiglie e imprese a “liberare” circa
    500-600 euro rispetto agli stipendi lordi annuali, un bottino che
    secondo la simulazione fatta dalla Cgia di Mestre potrebbe essere diviso
    al 50% tra impresa e stipendiato (anche se la ripartizione potrebbe essere
    diversa). Secondo questa ipotesi a parit? di retribuzione, il bonus in busta
    per un operaio di secondo livello sarebbe di 279,5 euro, per un impiegato
    nel commercio di 291 euro e per un lavoratore dipendente dell’artigianato il miglioramento sarebbe di 255 euro. Di contro l’azienda
    sarebbe tenuta a versare meno contributi allo Stato per ogni dipendente.
    Sempre secondo la Cgia nei tre settori il risparmio sarebbe rispettivamente di 269,5 euro per l’impresa manifatturiera, 323 euro per
    l’operatore del commercio e 282,9 euro per gli artigiani.

    Gli effetti. Oltre agli effetti positivi sui portafogli e sui bilanci delle singole imprese, il miglioramento sarebbe anche macroeconomico aumentando il livello di competitivit? di tutto il sistema produttivo: secondo un recente studio Ocse il 45,4% dello stipendio dei lavoratori italiani viene assorbito da tasse e contributi previdenziali, tra i pi? alti in Europa che sale ulteriormente se si considerano imposte atipiche nel panorama Ue come l’Irap. Il risultato ? che oggi per ogni euro di salario
    netto, l’azienda ne paga due a lavoratore. Con il taglio, il netto miglioramento nel costo del lavoro farebbe scendere il peso del “cuneo fiscale-contributivo” di sotto della media dei 15 paesi dell’Ue, portando l’Italia dal sesto al nono posto nella classifica Ocse di tasse e contributi sul
    lavoro. Il taglio del cuneo non prevede una riduzione delle prestazioni
    sociali e nemmeno dei trattamenti pensionistici attesi per i lavoratori.
    Secondo il programma del centrosinistra si “fiscalizzeranno” alcune
    spese: anzich? essere coperte dai versamenti contributivi passeranno a carico della spesa pubblica generale. Tra i candidati principali a questo trasferimento ci sono i cosiddetti “oneri impropri” ovvero i fondi per la disoccupazione, per la maternit? e per la malattia e gli assegni familiari.

    La copertura. Secondo le stime dell’Unione concedere questo sgravio e garantire comunque le prestazioni sociali significa trovare circa 10 miliardi di euro. Per la copertura si prospetta la strada principale di ridurre la spesa pubblica mantenendola la sua crescita in linea con il Pil
    nominale, ?un provvedimento che se applicato nel 2005 avrebbe consentito 8 miliardi di risparmio ? ha dichiarato Prodi. Poi la lotta all’evasione fiscale, e l’armonizzazione fiscale sulle rendite finanziarie
    (aliquote pi? basse sui depositi bancari e pi? alte sui proventi da titoli)
    che dovrebbe garantire circa 2,5 miliardi di euro di maggior gettito. Sul
    fronte strettamente contributivo si guarda alla riduzione delle “sottocontribuzioni” ovvero i casi in cui la percentuale di salario lordo che viene pagata a fini previdenziali ? molto distante da quella dei
    dipendenti (32,7%) a tempo indeterminato. Autonomi (artigiani e
    commercianti) e “atipici” ad esempio pagano mediamente il 19% (discorso a parte per i professionisti che hanno casse previdenziali
    proprie). Da questo punto di vista l’ulteriore vantaggio sarebbe quello di rendere leggermente meno convenienti i contratti di collaborazione rispetto ai rapporti di lavoro standard.

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