"Bolkestein" 50mila no al dumping sociale
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mercoled? 15 febbraio 2006
Pagina 11 - Economia & Lavoro
Bolkestein, 50mila no al dumping sociale
Manifestazione a Strasburgo contro la direttiva sulla liberalizzazione dei servizi. Domani il voto
di Sergio Sergi inviato a Strasburgo
ADDIO BOLKESTEIN? - Pu? anche accadere. Forse accadr? che la direttiva sulla liberalizzazione dei servizi abbandoner? definitivamente il nome del suo creatore, un ex commissario europeo ultraliberista. Perch? pesa la mobilitazione dei lavoratori europei, che ieri sfioravano le 50 mila presenze per le strade di Strasburgo, ed ? un fatto politico rilevante l'accordo tra i due grandi gruppi al Parlamento europeo (Ppe e Pse) che hanno deciso di sostenere un corposo numero di emendamenti che fa salva la pressante necessit? di aprire il mercato interno anche ai servizi, per favorire la crescita, e che scongiura il rischio, molto temuto, di scardinare il sistema sociale europeo. Domani, il giorno della verit?, con una maratona di votazioni che comincer? alle 10 del mattino.
Ieri la grande mobilitazione e un dibattito di 4 ore nell'emiciclo. Sono arrivate, con bus e anche aerei, delegazioni massicce da una ventina di Paesi dell'Unione. Compresi i lavoratori italiani di Cgil, Cisl e Uil molto vivaci. Anche la polizia di Strasburgo ha ammesso che il corteo era composto almeno da 30mila lavoratori. Tutti chiamati a raccolta dalla Ces, la Confederazione europea, con la parola d'ordine ?Per cambiare la Bolkestein?. Ma c'erano tanti che chiedevano il rigetto totale della direttiva con grandi striscioni. Applausi in aula quando il presidente Borrell saluta la manifestazione ?molto composta?. A tutti ha parlato John Monks, il segretario generale: ?Manifestiamo per avere dei servizi per tutti, ma non solo per fare dei profitti?. Pi? tardi, davanti ai deputati del Pse, Monks ha salutato il compromesso: ?? una vittoria della lotta dei lavoratori e sarebbe sbagliato non dirlo e non rivendicarlo?.
Il destino della direttiva ? ancora incerto. Certo ? che i due grandi gruppi, con l'accordo di compromesso, hanno sbloccato lo stallo. Gli emendamenti cruciali dell'intesa ammontano a 25. Ma incombe anche un totale di 400 emendamenti di altri gruppi per cui le operazioni di voto saranno complesse. Il socialista Martin Schulz ha usato un'espressione colorita: ?Abbiamo girato i piedi della Bolkestein nella giusta direzione?, guardando verso un sorridente Hans P?ettering; capogruppo dei Popolari che poco prima aveva, anch'egli, valorizzato l'intesa. Monks ha chiesto: ?Il Parlamento terr? conto della nostra manifestazione?? Massimo D'Alema, e i deputati Zingaretti, Panzeri, Bersani, Berlinguer, Napoletano, Vincenzi e Sacconi, della delegazione italiana nel Pse, sono andati in piazza e hanno sfilato per un lungo tratto. Lo stesso hanno fatto Fausto Bertinotti e i deputati di Rifondazione, Musacchio e Catania.
Per D'Alema il compromesso cambia ?significativamente la proposta originaria perch? rimarr? il mercato unico e scomparir? il dumping sociale?. D'Alema ha osservato anche che sarebbe sbagliato votare contro l'intesa ?cos? come far? la destra liberista?. Bertinotti ha replicato che gli ?basta la destra liberista che sostiene il compromesso?. Per Enrico Letta (Alleanza democratico-liberale), il compromesso sui servizi toglie dalla discussione il ?totem del paese d'origine? e buttare tutto via ?sarebbe un errore?. Panzeri ha ribadito, in aula, che l'intesa risponde ?in buona parte alle rivendicazioni avanzate?. I Verdi e la Gue sono per il rigetto tout court, e anche Chiesa, eletto a suo tempo con Di Pietro. Il compromesso va bene anche a Tajani (FI) ma ?non bisogna andare oltre?. Contrari, invece, Angelilli (An) e Borghezio (Lega). La Commissione, con il presidente Jos? Barroso, ha affermato che l'esecutivo ? ?pronto a modificare entro la fine di aprile? la direttiva se il compromesso sar? approvato a larga maggioranza.
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