21/9/2004 ore: 12:02
"Buongiorno" Il saccheggio del secolo (M.Gramellini)
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Cinquantadue miliardi di euro - pari a centomila miliardi di lire e al 4% del prodotto nazionale lordo - si sono trasferiti negli ultimi 2 anni e mezzo dalle tasche delle famiglie italiane a quelle di chiunque (dai commercianti alle banche, alle aziende di servizi) avesse il potere di fissare un prezzo o una tariffa. Ammettiamo che la cifra denunciata dalle associazioni dei consumatori vada corretta al ribasso. Ma fossero anche 40, i miliardi, si tratterebbe pur sempre di uno dei più efferati e silenziosi saccheggi della storia. Efferato perché ha impoverito quel ceto medio a reddito fisso che non poteva rivalersi su altri polli da spennare. E silenzioso perché la speculazione che in 30 mesi ha cambiato la geografia sociale d'Italia ha potuto svilupparsi anche grazie a un lassismo collettivo. Come già al tempo delle tangenti, chi doveva gridare «al ladro» era complice o distratto. I leader politici e intellettuali, masticando poco l'economia, hanno preferito distrarsi con temi più aulici, quali le riforme istituzionali. Gli stessi esperti hanno dato la sensazione di sottovalutare il fenomeno o comunque di considerarlo non controllabile dalla volontà umana, al pari di tutto ciò che accade nell'economia della globalizzazione. Fra tanti silenzi, il più inquietante rimane però quello dei saccheggiati. La loro rabbia non ha prodotto esplosioni, ma un rancore sotterraneo che in un'era di esibizionismi è stato sottovalutato. Finché un giorno uno apre le urne e dentro ci trova Le Pen o i nazisti, come nell'ex Germania Est. |