"Buongiorno" Senatore Mike - di Massimo Gramellini

Buongiorno
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di Massimo Gramellini
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Senatore Mike17 settembre 2002
Mike Bongiorno senatore a vita. A rilanciare la candidatura dell'ideologo più lucido di Forza Italia (garantito a sinistra da un'amicizia con Veltroni che sconfina nella somiglianza fisica) è stato il suo discepolo ed ex datore di lavoro, nonché presidente del Consiglio, che ne avrebbe già parlato con Ciampi. E oggi «Sorrisi e canzoni», ammiraglia della casa editrice del premier, formalizza la proposta con un editoriale del nuovo direttore Massimo Donelli.
Mike non è Bobbio, per restare nell'area dei torinesi illustri, e si può discutere se abbia «illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario» come recita la Costituzione a proposito dei senatori a vita. Ma di sicuro ha inciso sul costume nazionale più di tanti artisti e scienziati. E ha rappresentato come nessun altro la piccola borghesia cresciuta nella seconda metà del Novecento, incarnandone l'elettrodomestico di riferimento: la televisione.
Perché l'Italia l'avranno pure fatta Cavour e Garibaldi, ma gli italiani, nel bene e nel male, li ha fatti lui. Maniacali sul lavoro. Allergici alla cultura scritta. Adoratori del consumismo spinto. Narcisi e legati ai soldi, eppure capaci di generosità non ostentate: ogni anno Mike manda in incognito un assegno a San Vittore, in ricordo di quando - giovane partigiano - vi fu rinchiuso dai nazisti insieme a Montanelli. In fondo ne stiamo vedendo talmente tante che il senatore Mike aggiungerebbe solo un po' di allegria.
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